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The Wire: l'indagine continua

Il quarto capitolo dell'indagine più lunga e complessa del piccolo schermo arriva su Cult in prima visione.

The Wire: quarta stagione

06.11.2009 - Autore: Ludovica Sanfelice
Barack Obama l’ha eletta la miglior serie di tutti i tempi. E lui non è che l’ultimo autorevole nome in una lunga lista di fan che per parlare di “The Wire” non si sono accontentati dei paragoni con il "Traffic" di Soderbergh, e hanno preferito scomodare Dickens o, addirittura, Dostoevskij.

Si tratta in effetti di un affresco dei bassifondi davvero lontano dai modelli narrativi cui la tv ci ha abituati. Al centro della trama, raccontata nell’arco dei 60 episodi che compongono lo show, non c’è un personaggio ma piuttosto una città. Baltimora. Seconda solo a Detroit per tasso di omicidi. Ed è da qui che vengono i due creatori di “The Wire”: Ed Burns e David Simon. Il primo ex poliziotto della sezione omicidi della città, il secondo giornalista di cronaca giudiziaria per il Baltimora Sun. Mentre uno indagava, l’altro scriveva e dall’incrocio delle loro esperienze è nata una serie incredibilmente complessa, cupa e violenta.

Il maggior numero delle vittime di Baltimora è legata al narcotraffico. Ed è di questo che dobbiamo parlare. Tutto comincia infatti da un’indagine della polizia commissionata per individuare un trafficante responsabile di numerosi omicidi che finora è scampato alla giustizia intimidendo o ammazzando i testimoni. Per dare la caccia a questo criminale viene messa insieme un’unità speciale che aggrega poliziotti provenienti da diversi dipartimenti: omicidi, antirapina, antidroga e via dicendo. Per problemi di budget a questa squadra vengono assegnati gli elementi peggiori di ciascun dipartimento e a guidare questa banda di casi umani viene messo un tenente che se ne frega delle regole del dipartimento.

L’inchiesta viene costruita e seguita nel dettaglio, e con un realismo pignolo e attentissimo che quasi si allinea al documentario, non si risparmiano i vicoli ciechi, gli appostamenti estenuanti e gli stalli che affliggono normalmente le indagini. Piano piano il perimetro si allarga e dallo spaccio passa alla divisione territoriale, alle bande, e di qui agli informatori, ai mandanti, ai fornitori (prima stagione), poi ci sono il contrabbando (seconda stagione), il riciclaggio di denaro e la corruzione che investono la politica (terza stagione) fino ad includere le deficienze istituzionali e il fallimento del sistema educativo (quarta stagione). E infine i media e i danni della disinformazione (quinta stagione). Insomma un’antologia dei disastri e delle contraddizioni che ammalano l’Occidente.

In Italia la distribuzione di “The Wire” è in ritardo e, mentre negli Stati Uniti è già andata in onda la conclusione, qui debuttano in prima visione assoluta i 10 episodi che compongono la quarta stagione.

Su Cult (canale 319 di Sky) dal 6 novembre ogni venerdì alle 23:00 con un doppio appuntamento.