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I numeri di un delitto

Quando matematica e FBI s'incontrano ne esce una serie che ha tutti numeri del prodotto coraggioso. Il successo di un genio accademico è l'ultima sorpresa della stagione di Raidue.

Numb3rs

19.05.2009 - Autore: Ludovica Sanfelice
       
        Dal moto degli astri, al succedersi delle stagioni, dalle armonie della musica al ciclo della vegetazione, dall’uomo alla donna, dagli esseri viventi a Dio è tutta una questione di numeri insomma. Esiste un ordine armonico contrapposto al caos che segue strutture simmetriche calcolabili. Potrebbe sembrare un’estrema razionalizzazione che poco si concilia con l’imprevedibile effetto del caso, eppure perfino quello è oggetto di studio di una branca scientifico matematica come la statistica o il calcolo delle probabilità.




Secondo Pitagora l'ordine e la perfezione erano dalla parte dei numeri dispari, mentre, al contrario, il disordine e il male erano sempre dalla parte del pari. E qui sconfiniamo nell’ampio e più arbitrario universo della numerologia, scienza sacra che perde le tracce delle proprie origini nella notte dei tempi e che imprevedibilmente oggi ricava uno spazio originale nei palinsesti televisivi.




La scommessa produttiva, opera dei veterani Ridley e Tony Scott, è un esperimento su diversi fronti. La matematica tanto per cominciare non è un argomento molto commerciale e far si che il pubblico ne comprenda gli oscuri passaggi è il compito che grava sulle penne degli sceneggiatori. La seconda sfida è conciliare e ordinare questi numeri all’interno di un’altra struttura, quella narrativa del caso poliziesco di un thriller serial con le sue regole. Il risultato di questa somma è Numb3rs (attualmente in onda su Raidue ogni domenica alle ore 21.00), la prima serie Tv che mostra come calcoli numerici applicati al lavoro della polizia conducano alla soluzione di casi criminali apparentemente privi di risposta.




Questa affascinante partitura meccanica è ispirata a fatti realmente accaduti e non senza sconcerto cattura l’attenzione anche di coloro che di fronte ad un logaritmo scelgono di soprassedere.




La storia a grandi linee vede l’agente dell’FBI Don Eppes (Rob Morrow) coinvolgere il fratello minore (David Krumholtz), genietto del calcolo che da sempre cerca di guadagnarsi la sua stima, nella risoluzione di alcuni casi particolarmente complicati. I 2 fratelli sono come il giorno e la notte, un mefitico numero pari che per i pitagorici scatena attrito e produce tensione ma che allo stesso tempo, nelle più banali regole di scrittura, si completa e rappresenta equilibrio. Se Don vive nella prospettiva concreta dell’agente investigativo, Charlie passeggia nell’universo parallelo delle teorie matematico-empiriche, se Don ha fortuna con le donne, Charlie si ritira nel suo guscio al primo battere di ciglia, eppure l’unione delle loro abilità mette a segno complicate missioni.




Per fortuna a far sentire noi spettatori un po’ meno insufficienti ci sono i personaggi che ruotano intorno al protagonista Charlie che, come noi, potrebbero assistere a una conferenza in mandarino con la stessa arrendevole espressione interrogativa con cui osserviamo il nerd federale dare i numeri. Quando però arriva il momento di acciuffare il criminale il ragazzo tira fuori un’equazione che porta dritti dritti al cattivo e per soccorrerci nell’incredibile sforzo d’intendere la relazione offre una metafora sulle maree o qualcos’altro di vagamente tangibile che finalmente ci spalanca le porte della cognizione. Ma è solo un momento prima di tornare a tramutarci in zucche.

 

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