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La tivù oltre la tivù

Lo stop ai talk show provoca la migrazione dei programmi sul territorio e sul web, in cerca di qualche spazio di libertà.

Talk show in piazza contro il blocco TV

17.03.2010 - Autore: Francesco Benincasa
Lo schermo della tv si fa così stretto da escludere i talk show di approfondimento della Rai dai palinsesti, dopo la conferma, a maggioranza di cinque voti contro quattro, della linea sullo stop da parte del Consiglio di amministrazione? Ecco che gli stressi protagonisti non ci stanno, si armano di telecamere d’ordinanza, sfruttando tra l’altro le potenzialità della Rete, o si trasferiscono direttamente sul territorio, per aggirare il blocco della copertura televisiva e portare avanti quel discorso che avevano iniziato con i tanti telespettatori che hanno seguito in questa stagione i vari “Ballarò” e “Annozero”, quelle che in questo periodo sentiamo etichettare come “trasmissioni pollaio”.

E se il presidente del CdA di Viale Mazzini, Paolo Garimberti, già non nascondeva la sua amarezza personale e si rimetteva nelle mani della Vigilanza, ribadendo tra l’altro come “questa storia di rimpalli comincia dal regolamento della Vigilanza, che è illegittimo”, e aggiungendo tra l’altro che “lo stop dei talk rende un pessimo servizio alla Rai, all'informazione e agli utenti. Ma la colpa non è solo della Rai, è ab origine e quindi del regolamento”, proprio la Commissione di Vigilanza sembra non volere fare marcia indietro sul regolamento per la par condicio, almeno da quanto emerso dall’audizione del direttore generale della Rai Mauro Masi. Lasciando sostanzialmente la situazione così com’è in questo momento.

È così che, invece di consultare la guida tv, come si farebbe per conoscere l’orario di messa in onda e gli argomenti principali della propria trasmissione preferita, bisogna stilare un calendario per poter seguire le vicende dei vari Floris e Santoro, che si impegnano per far sì che i loro programmi possano esistere o anche andare in onda, per quanto in forma anomala, anche al ridosso di questo caldissimo periodo pre-elettorale, in un panorama televisivo agitato tra l’altro dalle notizie che giungono dalla Procura di Trani, dove il premier Silvio Berlusconi è indagato per concussione e minacce ai danni dell'ufficio del Garante per le Comunicazioni, insieme al commissario dell'AgCom, Giancarlo Innocenzi, accusato di favoreggiamento, e al direttore del Tg1, Augusto Minzolini, per aver rivelato il contenuto dell'audizione a cui era stato sottoposto a Trani come testimone.

Dopo Enrico Mentana, che ha dato il via qualche giorno fa al suo nuovo talk show politico dal titolo “Mentana condicio - Vietati in tv, liberi sul web” sul sito del Corriere, dove porta avanti il dibattito con i protagonisti della campagna elettorale, si parte con il “Giro d’Italia” il 17 marzo da Torino, per la prima delle quattro puntate di recupero di “Ballarò”. Presso l’Associazione Stampa Subalpina, in corso Stati Uniti 27, Giovanni Floris conduce un faccia a faccia con i candidati alla presidenza di Regione: Bresso e Cota (sarà trasmesso non in diretta da Rete Sette Torino, canale 846 della piattaforma satellitare). A dare copertura mediatica all'evento anche Repubblica.it e Repubblica tv (in streaming), nonché la Federazione nazionale della stampa (Fnsi), che mette a disposizioni le immagini dal proprio sito e lancia il blog "Giro d'Italia 4X4".  

Gli altri tre appuntamenti si snodano tra l’Aquila (21 marzo, Auditorium Sericchi), per parlare del dopo-terremoto con la società civile, Roma (22 marzo, Università di Roma Tre), per una discussione con ospiti Eugenio Scalfari e Pierluigi Battista dal titolo “Rapporto tra comunicazione, istituzioni e giornalismo”, ed infine Cosenza (24 marzo, Liceo Scientifico Fermi). “Ballarò racconta l’Italia, e in giro per l’Italia andiamo a lavorare, visto che non possiamo farlo dai nostri studi” -  sottolinea Giovanni Floris – “Dopo aver lanciato l’idea siamo stati sommersi da inviti e proposte da ogni parte d’Italia. Se avessimo accettato tutte le offerte saremmo stati in giro per un anno. Questo ci conferma che Ballarò è una trasmissione amata, seguita, che manca al suo pubblico in queste settimane. Ringraziamo quindi scuole, teatri, università, circoli culturali, librerie, siti web, gruppi editoriali, colleghi, testate e tutte le persone ed associazioni che ci hanno offerto ospitalità. Ringraziamo anche i candidati che si erano resi disponibili al confronto. Alla fine siamo stati costretti a scegliere, ed abbiamo scelto una città del nord, Torino, una del centro, Roma, ed una del sud, Cosenza, oltre naturalmente a l’Aquila, città alla quale da tempo Ballarò porta la sua attenzione e continuerà sempre più a portarla”.

Infine, il 25 marzo al Paladozza di Bologna, si terrà l’attesa “Rai per una notte”, la serata evento organizzata da Michele Santoro insieme alla redazione di “Annozero” e alla Fnsi, che sarà trasmessa in diretta da SkyTg24, mentre la Federazione nazionale della stampa e l'Usigrai metteranno a disposizione su internet, con un sito ad hoc, le riprese video e audio. Questo il commento di Michele Santoro: “sarà una grande piazza virtuale che si stringerà intorno alla nostra trasmissione e a tutti i programmi della Rai che sono stati illegalmente sospesi”.

E la televisione, così, si apre ai nuovi canali di comunicazione, ritornando contemporaneamente vicina al proprio pubblico.
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