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Cloni all'attacco...

Per alcuni di noi, l'esalogia segna cronologicamente la vita. Ironicamente nati insieme ad "una nuova speranza", si trovano venticinquenni a fronteggiare "l'attacco dei cloni".

Star Wars

12.04.2007 - Autore: Francesco e Michele Carlo
Per alcuni di noi, lesalogia di \"Star Wars\" segna cronologicamente la vita. Ironicamente nati insieme ad una nuova speranza, si trovano venticinquenni a fronteggiare lattacco dei cloni. Con lovvio risultato che la memoria ingentilisce il ricordo, lo zio Jabba fa persino ridere in confronto alla spietata gilda commerciale, ed il fesso C-3PO sembra addirittura da Nobel in confronto a Jar Jar Binks. Ah, Jar Jar..possibile che in tanto turbinar di colpi \'goffi ed erratici\' di fulminatore nessuno faccia giustizia dellirritante figuro? A maggior ragione ora, che abbiamo due pesantissime aggravanti: primo, lhanno fatto senatore (seppur supplente..), e secondo, è lui a proporre di conferire poteri speciali al volpone Palpatine: in altre parole, metti un incapace in un posto di responsabilità e getti le basi di una dittatura galattica. Meno male che, fatto il danno, lorecchiuto Gungan ha il buon senso di sparire -o giù di lì- dal film, e meno male ancora che Anakin-Christensen, nonostante il faccino da NSync, riesce quasi ad essere credibile come futuro Signore Oscuro dei Sith. Anche la love story è meno banale di quel che ci si potesse aspettare, movimentata dalla sensazione del lato oscuro che già incombe sui protagonisti e che addirittura riesce ad ottenebrare le percezione dei maestri del Consiglio Jedi. Gli effetti speciali poi. Signori, non sono ottimi: sono VERI; un intero universo perfettamente credibile. I bassifondi di Coruscant sono ancora peggiori di quelli di Mos Eisley, e le belve delle arene di Geonosis fanno impallidire il tenero Rancor ed il peristaltico Sarlacc. In fin dei conti è proprio questa credibilità uno dei punti di forza della saga: ormai, come tutti i prodotti culturali in senso popperiano, vive di vita propria, autonoma dallautore da un punto di vista logico e semantico (ne sono prova le decine di romanzi ambientati nella Nuova Repubblica), e pronta a sopravvivere per un tempo indeterminato e indipendente dallautore stesso. Unaltra perla è che, avvicinandoci ormai nel prequel agli anni della trilogia classica, crescono i riferimenti e i punti di contatto: incontriamo il giovane Boba Fett, scopriamo che il simbolo imperiale è in realtà quello della vecchia repubblica, veniamo addirittura a sapere che la prima Morte Nera era stata progettata prima della nascita di Luke. Del resto, la stessa vicenda di Luke è stata più volte accostata ai cicli epici classici e medievali, ed alle ricerche di autocoscienza come il mago di Oz; e la stessa operazione può essere fatta con Anakin- Vader. Ciò che conquista definitivamente è che tali personaggi non sono \'i buoni\'. La loro vulnerabilità allira e allodio li fa paradossalmente essere simpatici perché rende possibile lidentificazione a tutti noi, esseri imperfetti e in fin dei conti anche un po invidiosi delle migliaia di eroi senza macchia e senza paura di celluloide. E la presenza, anzi, lincombenza del lato oscuro a tenere in piedi tutto il loro universo, che altrimenti sarebbe una specie di noiosa utopia platonica indegna dei sei euro e mezzo del biglietto
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