Un ingresso trionfale su un cavallo bianco. Si può immaginare un monumento al Risorgimento migliore di questo? Così Roberto Benigni si guadagna la via dell’Ariston nella serata in cui a Sanremo si festeggiano i 150 dell’Unità d’Italia. Arriva sventolando il tricolore e denudandolo, con il suo spirito buffo, di ogni furia patriottica.
In prima fila sono schierati in rigida e preoccupata attesa i vertici di Viale Mazzini, Mauro Masi su tutti.
“Ci ho pensato bene prima di entrare con un cavallo perchè è un periodo che ai cavalieri non gli va tanto bene, ma non preoccupatevi il cavallo è addomesticato benissimo, me lo ha dato la Rai”. Chiarisce che è a Sanremo solo per parlare dell’esegesi dell'Inno di Mameli, ma lo schiaffo del RubyGate arriva subito con voli continui tra presente e passato. “L’Italia in fondo è una minorenne, cosa sono 150 anni?”. E ancora: “Cavour che è stato il più grande statista, ehm il secondo più grande statista (si corregge), ha finito la carriera nel disordine di uno scandaletto: lo beccarono con la nipote di Metternich…”. Masi digrigna i denti e batte le mani solo se inquadrato.
Benigni è un fulmine, è imprendibile e felice, e come sempre castiga tutti ma poi raccoglie i cocci e li spazza via nell’angolo delle cose insignificanti che nulla possono contro l’arte, la poesia e la grandezza di un’Italia in cui è nata prima la cultura della nazione. Cavalca la Storia dai fenici a Umberto Bossi, attraversa il paese come una scossa perché si desti. Raggiunge vette altissime, usa la fantasia e divora l’attenzione di un pubblico bambino ed incantato. (La prima fila resta torva.)
Galoppa verso un gran finale in cui come un giovine pronto alla morte canta l’Inno per farsi coraggio, canta da solo, niente orchestra, niente fanfare, restituendo al popolo quel che è del popolo.
L’applauso è tremendo, ma il dato più assordante arriva con la pubblicazione dei dati Auditel che evidenziano un picco di oltre 15 milioni di spettatori e lo sfondamento del tetto del 50% di share, un regalo che questa Rai, incattivita e censoria, merita poco. E a denti digrignati.
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Robertiade
Festival di Sanremo: Roberto Benigni cavalca la Storia d'Italia conquistando ascolti plebiscitari.

18.02.2011 - Autore: Ludovica Sanfelice