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UN SICILIANO A VENEZIA, seconda parte

Enrico Lo Verso continua a raccontare il suo mondo i suoi film e la sua voglia di annegare dentro un personaggio.

Enrico Lo Verso

14.08.2001 - Autore: Adele de Gennaro
Nel tuo ultimo film, L amore imperfetto di Maderna, interpreti un giovane padre alle prese con una realtà drammatica: un altro ruolo non facile.   E. L V. \"Il titolo descrive benissimo latmosfera del film, raccontare la storia significherebbe banalizzarlo o portarlo ad un livello molto basso, è un film dove ci sono diversi livelli di racconto. E la storia di una coppia, di due giovani che aspettano un figlio: il bambino nasce ma con una grave malformazione. A questo punte decidono di tenerlo e poi da lì si realizza tutta la storia del film. Non è comunque un film sulla paternità, è anche altro, appunto un amore imperfetto: una serie di emozioni che si vogliono realizzare e che rimangono soffocate al nostro interno\".   A Venezia questanno concorrono due film italiani che contengono entrambi nel titolo la parola amore: oltre a L amore imperfetto di Maderna, è in gara anche Lamore probabilmente di Giuseppe Bertolucci. Secondo lei perché lamore torna così prepotentemente al centro del cinema italiano?   E. L V. \"Perchè sembra che Romeo e Giulietta abbia venduto tanto! Se ci pensiamo, di tutto quello che ha scritto Dante si parla solo di Paolo e Francesca. Lamore, in fondo, è qualcosa in cui tutti possiamo riconoscerci e forse come dice Muccino è un problema che, chi più chi meno, ci attanaglia tutti\".   Scorrendo i titoli dei tuoi film , si nota subito che la maggior parte sono film dautore: una scelta precisa o solo una coincidenza?   E. L V. \"Forse perché sono timido oppure perché sono serio...non lo so davvero. Potrebbe essere una coincidenza, però è anche vero che le commedie che si facevano qualche anno fa non mi interessavano , invece quelle di adesso mi piacciono molto: ecco, in un film di Aldo, Giovanni e Giacomo mi ci troverei benissimo\".   Fra le tue note a corredo della la mostra organizzata dal Cineporto di Roma, ce nè una in cui ribadisci che un attore non deve solo interpretare un ruolo, ma annegarci dentro. E questa per te la cosa più essenziale?   E. L V. \"Lo stesso discorso vale per la differenza fra cinema e teatro. Penso che non ci sia nessuna differenza perché nel momento in cui reciti sei lì e basta, stai recitando. Può essere cinema, teatro, radio: se ci sei deve essere qualcosa che senti addosso, sulla pelle, devi veramente annegarci\".   Anche se il cinema resta fondamentale nella sua carriera, spesso ha alternato il set al palcoscenico teatrale   E. L V. \"Sì, infatti questanno torno in teatro per riprendere Un tram che si chiama desiderio di Tennesse Williams, con cui ho debuttato l¹anno scorso alla Versiliana\".   Lo Verso, lei ha lavorato con tantissime attrici, da Claudia Pandolfi a Monica Bellucci: qual è la partner con cui ha trovato maggiori affinità sul set?   E. L V. \"Questo non me lo può proprio chiedere...Va bene, è Valentina Scalici, la bimba di Il ladro di bambini. Il film di Amelio è stato un gran bel viaggio, tre mesi in giro per lItalia alle prese con tantissime emozioni che si succedevano una dietro laltra. Indimenticabile\".  
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