La serie Happy Days ha sempre un posto in cartellone sui canali tematici
più nostalgici e un altro ancora più inalienabile nella memoria dei fan che una
volta si radunavano in salotto per seguire le avventure di Fonzie (Henry
Winkler) e Richie (Ron Howard), ratificando il loro ingresso ufficiale nella
cultura americana. Nostalgie a parte, e per effetto di quella stessa cultura che
impone la capitalizzazione di tutto, il ricordo bonario dei Cunningham, nel
tempo ha preso la forma più prosaica di una pioggia di gadget: fumetti, poster,
vestiti, dvd, biglietti d’auguri e persino videopoker, per un giro d’affari che
ha spinto Anson Williams (Potsie Weber), Don Most (Ralph Malph), Marion Ross(Marion Cunningham), Erin Moran (Joanie Cunningham) e gli eredi di Tom Bosley
(l’attore, scomparso lo scorso anno, che interpretava Howard Cunningham) a fare
comunella e rivolgersi alla Corte Superiore di Los Angeles per fare causa alla
CBS che, sfruttandoli, ha continuato a generare introiti senza che nessuno di
loro incassasse un dollaro di royalties. Un’evidente violazione di contratti
che garantivano il 5% di profitti sull’utilizzo della loro immagine nel
merchandising.
La CBS, dopo aver cercato invano un accordo con gli attori, ha replicato alla
denuncia convenendo con la legittimità della richiesta ma lasciando al tempo
stesso intendere la scarsa disponibilità a collaborare della controparte cui
sarebbero stati offerti 9000 dollari per liquidare la faccenda.
Presumibilmente ad accogliere la proposta del network sarà stata la risata fragorosa
dei legali degli attori che hanno poi avanzato la richiesta di un risarcimento valutato
intorno ai 40 milioni di dollari. Cari costeranno quei Giorni Felici…
Curiosamente, Ron Howard ed Henry Winklear, i volti più rappresentativi della
serie, non hanno firmato la richiesta.


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UnHappy Days
Cinque attori di Happy Days fanno causa alla CBS per ottenere royalties sugli introiti di un merchandising che non conosce crisi.

20.04.2011 - Autore: Ludovica Sanfelice