NOTIZIE

Bikini Bandits

Troppo espliciti per essere film porno, troppo violenti per fare paura, troppo volgari per pensare che sia vero. In una tv in cui abbiamo visto tutto e sentito di più, "Bikini Bandits" ci strapperà solo tante risate. Fumettistico, grottesco, irriverente, esagerato, estremo. Vietato ai perbenisti.

Bikini Bandits

12.04.2007 - Autore: Maria Elena Capuano
Arriva sugli schermi di Studio Universal (del bouquet digitale Sky), ”Bikini Bandits”, ogni giorno in seconda serata.   Per la prima volta in Italia la serie più esplosiva e irriverente dello schermo. Il titolo è piuttosto allusivo, visto che si tratta di una banda di ragazzacce armate fino ai denti di Magnum 44 e Winchester a pompa e “vestite” solo dei loro succinti, sexy bikini. Sparano su tutto e tutti, si scambiano baci lesbici e guidano fiammanti Mustang del ’65 o rombanti Corvette del ’69. Ce l’hanno col maschio e lo usano a loro piacimento. Le protagoniste sono: Heather Victoria Ray, Cynthia Diaz, Heather McDonnel, Betty San Luis e Shannon Pezzetta, tutte con un passato non proprio da signore rispettabili. Infatti, sono tutte ex spogliarelliste, qualcuna anche ex attrice porno o atlete di wrestling. Altre hanno precedenti penali o omicidi alle spalle.   La serie prima di approdare in tv ha esordito sul web nel 2000 registrando subito un record di contatti diventano un cult del genere. Ora Studio Universal ha acquistato 8 mini film ideati, diretti e prodotti da Steven Grasse. ”Bikini Bandits” è un mix di trash, pop art, parodia ed action movie. Ma c’è anche tanto dei b-movie softcore degli anni 70 miscelati agli insegnamenti della sexploitation alla Russ Meyer. D’altronde l’autore non fa mistero di aver attinto a piene mani da questo panorama demenziale. La mini serie è una sorta di versione politically “s”correct delle Charlie’s Angel che fanno penare i poliziotti e seminano sesso e violenza dovunque. Adescamenti, punizioni degli agenti, inseguimenti, seni all’aria e lessico molto colorito sono gli ingredienti di questi cortometraggi. Tra l’altro ”Bikini Bandits” è stato presentato quest’anno anche al festival Arcipelago, la più importante rassegna italiana di corti. Forse, unica nota di merito.   Le trame sono solitamente piuttosto banali, ma i soggetti sono ben fatti e fantasiosi. Una particolare attenzione è stata posta per la scelta della colonna sonora: si va dal Punk all’Hard Core fino al Nu Metal. Gli episodi partono da una buona causa, però. Le belle bandite scoprono che i cibi in scatola prodotti da una grossa azienda sono a base di carne umana. I capi decidono allora di farle fuori. E cominciano così le loro scorribande. Colori sfavillanti, ritmi al cardiopalma, fotografia accecante, dialoghi vorticosi. Siamo certi che questa sfacciata produzione piacerà a Tarantino per la violenza satirica assolutamente surreale e fumettistica. Siamo anche certi che la serie susciterà delle polemiche, soprattutto tra i benpensanti. Ma ”Bikini Bandits” non è di certo più violento o volgare di tanto film d’autore osannato da quella che si chiama critica.
FILM E PERSONE