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Arrested Development

Televisione.it ha incontrato Jason Bateman, protagonista della serie "Arrested Development" e David Nevins, presidente della Image Television che produce la serie.

Arrested Development

19.05.2009 - Autore: Claudia Mora
In occasione del Telefilm Festival di Milano Jason Bateman, protagonista della serie “Arrested Development”, in onda a partire dal 12 maggio su Fox, e David Nevins, presidente della Image Television, si sono concessi ad una breve intervista per presentare il nuovo serial.   “Il perno attorno a cui ruota la serie”, afferma Nevins, è una famiglia un po’ sopra le righe, pazzoide, che Michael ha il compito di gestire. Immaginatevi la difficoltà di tenere in piedi un gruppo di persone abituate al lusso sfrenato, che da un giorno all’altro si ritrova sul lastrico...” Ma ciò che appare agli occhi dello spettatore è un altro genere d’America rispetto alla solita. “Finalmente l’audience”, commenta Bateman, “da sempre ancorato ad una visione delle famiglie americane circondate da una ricchezza esagerata come in “Dallas” o” Dinasty”, si trova di fronte a “the ugly side of America” composta da una middle class che deve vivere e sentirsi a proprio agio nella mediocrità. Se fossi uno spettatore italiano, apprezzerei questa immagine di un’America un po’ più reale, modesta ma molto divertente.”   Jason interpreta il personaggio chiave, Michael, vedovo con un figlio di nome George Michael che cercherà di riprendere il controllo dell’azienda e di tenere unita una famiglia decisamente fuori dai canoni. Nevins parla del suo ruolo. “Michael, nella presentazione del pilot, è visto come la “black sheep of the family”, colui che non condivide la morale di famiglia. Il suo credersi superiore agli altri potrebbe renderlo, inizialmente, poco simpatico al pubblico. In realtà, è un personaggio piuttosto sensibile che si sentirà apprezzato e finalmente amato solo nel momento in cui madre, padre, fratelli e sorella si troveranno in una situazione di grave crisi finanziaria.”   “Arrested Development” è stato definito come uno show che sta reinventando il genere sit-com. Nevins sembra essere d’accordo. “Una delle idee originarie”, puntualizza Nevins, “era quella di prendere alcune tecniche del reality show e portarle fuori, allo scoperto, into the world, spostandosi sempre in differenti locations. E’ iniziato tutto da una conversazione con Ron Howard che, grazie alla sua precedente esperienza come attore prima, e regista poi, ha sicuramente contribuito a realizzare un prodotto completo e curato in ogni suo aspetto a partire dagli sceneggiatori espertissimi (“Will & Grace”, “Happy Days”, “Friends”) e abituati a non lasciare nulla al caso. Eliminate le risate fuori campo l’ ”humour comes truely from the situation”, e ogni puntata può essere considerata una divertentissima storia a sé. Innovativo è sicuramente il ritmo della narrazione, dato dal fatto che le sceneggiature sono composte da scene brevi, venticinque in quaranta pagine, rispetto alle tradizionali sette/otto delle altre sit-com. Il nostro format è stato sottoposto ad un lavoro di riscrittura continua strutturato secondo uno schema di ”back and forward between the actors and the writers”.   Enterneinment Weekly ha definito “Arrested Development” come “the funniest show you’re not watching”. Questo significa che, nonostante le critiche diano un giudizio unanime estremamente positivo, a livello di dati di ascolto sembra non funzionare..“E’ normale”, obietta e conclude Nevins, “quando uno show sfida le convenzioni ha bisogno di tempo per affermarsi a livello di audience. Serie come “C.S.I.”, “E.R.”, o “24” dopo un inizio difficile vantano ora indici di ascolto altissimi. Si sa, il successo è il risultato di un prodotto di qualità, ma non sempre è immediato. Vi ritroverete a ridere da soli davanti alla tv, garantito!”
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