Festiva di Cannes 2017
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L'inganno: delude il nuovo film di Sofia Coppola in Concorso a Cannes

Grandi attori e una confezione da standing ovation, ma il secondo adattamento del romanzo The Beguiled non arriva mai a raccontare veramente le sue protagoniste

25.05.2017 - Autore: Pierpaolo Festa (Nexta)
Guarda la videointervista esclusiva a Colin Farrell: "Adoro interpretare i poveri bastardi"

C'è un momento nel nuovo film di Sofia Coppola in cui Nicole Kidman fissa Colin Farrell come se gli stesse per saltare addosso. Anche il personaggio dell'attrice, il più duro e austero in scena, d'un tratto è pronto a lasciare ogni inibizione, travolta anche lei dalla fame sessuale e dalla passione carnale. Lo sentiamo l'erotismo mentre i due personaggi si fissano in silenzio in attesa che qualcosa succeda. E' questa l'unica e ultima volta in cui il film della Coppola riesce a comunicare l'erotismo e la frustrazione sessuale in scena. Dura poco più di venti secondi ed è il momento migliore del film. 


 
La Coppola individua tutte le corde giuste nel realizzare la seconda versione tratta dal romanzo The Beguiled di Thomas Cullinan, quello che non fa però è toccare fino in fondo quelle corde. E' come avere a che fare con dei personaggi senza spessore che interpretano una serie di "funzioni": la Kidman è la donna dura, Kirsten Dunst sembra la sua erede ma in realtà vuole fuggire da tutti, Elle Fanning invece è la giovane ninfa in grado di ipnotizzare e sedurre. Funzioni che non riescono a trainare in pieno tutti i vari temi in scena: il potere della manipolazione di un uomo attraverso il fascino, la necessità delle donne di raggiungere una loro indipendenza anche e soprattutto risvegliando la loro sessualità in un'epoca in cui erano considerate delle serve. E il bisogno di affermarsi al di là di figure che cercano di controllarle. La rivalità e la successiva collaborazione per raggiungere scopi più grandi.  
 
Se è vero che questa nuova versione del romanzo è raccontata dal punto di vista femminile (quando l'originale intitolato La notte brava del soldato Jonathan era invece raccontato attraveso gli occhi del protagonista Clint Eastwood), è anche vero che Colin Farrell è l'unico personaggio veramente sviluppato fino in fondo. Ne sappiamo di più su di lui che sulle donne in scena.

L'attore irlandese interpreta un soldato del Nord durante la guerra di secessione. Lo vediamo vagare nei boschi attorno a New Orleans, grondante sangue da una brutta ferita alla gamba. A salvarlo è una ragazzina che lo accompagna fino alla grande casa gestita dalla Kidman. Sarà l'unico uomo circondato da diversi personaggi femminili. La loro curiosità si trasforma in gioco e per alcune di loro in passione carnale. L'arrivo dell'uomo in casa scoperchierà definitivamente il vaso di Pandora, mostrando quanto sia fragile l'equilibrio creato dalla Kidman. Fragile perfino per se stessa.


 
Dopo aver piazzato i suoi pedoni monodimensionali sulla scacchiera, la regista galoppa troppo in fretta verso il finale del film nel corso di soli 93 minuti di durata. Come se non vedesse l'ora di arrivare all'epilogo thriller. Il giardino delle vergini suicide era un grande esordio. Lost in Translation raggiungeva direttamente la "zona capolavori", ma da allora la Coppola non è più riuscita a raggiungere quei livelli di cinema, scegliendo sempre progetti interessanti sulla carta ma poco memorabili nell'esecuzione. L'inganno è come questi ultimi film, nonostante un cast perfetto e una confezione tecnica (fotografia, scenografia, costumi) da standing ovation. 

L'inganno arriverà nei cinema italiani a settembre, distribuito da Universal