Festiva di Cannes 2016
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Kristen Stewart: "Vi racconto perché dovevo essere nuda per Personal Shopper"

L'attrice protagonista della ghost story Personal Shopper, secondo film che gira con Olivier Assayas e che viene presentato in Concorso a Cannes

Kristen Stewart a Cannes

17.05.2016 - Autore: Pierpaolo Festa, da Cannes - NEXTA
Kristen Stewart promossa a musa a tempo pieno di Olivier Assayas, regista francese che l'aveva già diretta in Sils Maria. Se quel film era incentrato soprattutto sul personaggio di Juliette Binoche, in questo nuovo Personal Shopper l'audience rimane per l'intera durata del film insieme alla Stewart, presente in ogni scena. 

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L'attrice è la protagonista di questa ghost story fischiata dalla platea di giornalisti alla sua prima proiezione a Cannes. "E' una storia sul trovare se stessi. Al centro c'è questa protagonista travolta da un'enorme crisi di identità. Per interpretarla dovevo mettermi a nudo. Letteralmente. Dovevo affrontare questa sfida cercando la versione più nuda di me stessa". 

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Per due volte la Stewart si concede senza veli alla macchina da presa, inizialmente sdraiata sul lettino del dottore che le fa un'eco-cardiogramma e poi la vediamo all'interno di un camerino mentre indossa gli abiti delle più grandi firme che appartengono alla sua datrice di lavoro. Una sequenza che si conclude con la protagonista che si masturba mentre la macchina da presa le lascia privacy uscendo dalla stanza. "Olivier Assayas è in grado di accendere un fuoco dentro di me - commenta l'attrice - Ed è una delle emozioni più forti che abbia mai provato nella mia carriera. Cerco di andare avanti tra i progetti seguendo i miei sentimenti. Io sento che questo regista è il catalizzatore di uno dei processi più interessanti e complessi della mia carriera". 

E' la seconda volta che la Stewart arriva sulla Croisette nel giro di una settimana; sei giorni fa è stata lei ad aprire il festival musa di Woody Allen in Café Society. Quel film ha diviso la critica (qui la nostra recensione), questo Personal Shopper è stato un fiasco unanime, ma l'attrice e il regista lo difendono a spada tratta: "Ero sorpresa da quanto questa storia fosse spaventosa - afferma la Stewart - me ne rendevo conto giorno dopo giorno sul set".  "Non è la prima volta che qualcuno non capisce il finale dei miei film - continua Assayas - Ma qui vedrete la cosa più vicina a un happy ending che possiate trovare nel mio cinema. Ho cercato di collegare il mondo reale a quello immaginario, sottolineando la dimensione di solitudine nella quale spesso viviamo la nostra vita. Il tutto sullo sfondo del mondo della moda che la dice lunga sulla natura materialistica delle nostre vite. Questa protagonista cerca salvezza nei suoi sogni invisibili". 


L'addio alla privacy, l'impossibilità di far veramente parte del mondo reale, temi molto vicini a una star del calibro della Stewart, una che vive con gli elicotteri sopra il tetto di casa, pronti a catturare ogni aspetto della sua vita: "Capisco perfettamente la sensazione, quella di sentirsi incapaci di fare alcune cose. Le puoi pur fare ma lo sforzo logistico è troppo e forse non vale la pena". 



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