Festiva di Cannes 2015
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A tu per tu con Adèle Exarchopoulos, "anarchiste" al cinema e con la stampa

La ventunenne di origini greche torna a Cannes da diva del cinema francese

Adèle Exarchopoulos, cannes 2015, les anarchistes

 Adèle sulla Croisette

20.05.2015 - Autore: Pierpaolo Festa (inviato a Cannes)
Sono passati due anni da quella sera in cui Adèle Exarchopoulos ha fatto la storia del Festival di Cannes vincendo la Palma d'oro assegnata per la prima volta anche al cast, quello del meraviglioso La vie d'Adele di Abdellatif Kechiche. Un flashforward di 730 giorni e l'attrice parigina è diventata a tutti gli effetti una delle nuove muse del cinema francese. Sullo schermo.

Sexy e piena di classe al cinema e sui red carpet, Adèle viene fuori in modo più ribelle nel corso delle interviste che sembra non amare e in cui tende a rilasciare dichiarazioni che non superino i 140 caratteri, come fossimo su Twitter. Paradossalmente, è altrettanto ribelle il personaggio che interpreta in Les Anarchistes, dramma storico diretto da Elie Wajeman che a Cannes ha aperto la Semaine de la Critique. La vediamo nei panni di una donna di fine ottocento mentalmente e spiritualmente più avanzata della sua epoca. Una donna che scrive poesie, beve laudano, ama e prova emozioni vivendo all'interno di una comunità che dovrebbe essere di anarchici ma sembra di hippie.
Quando la incontriamo sulla Croisette si presenta in leggero ritardo e per tutto il tempo dell'intervista fuma una sigaretta dopo l'altra, "strimpella" sulla tastiera del suo smartphone e fa altro...

GUARDA LE FOTO: SENSUALITA' E IRRIVERENZA, COSì SEDUCE ADELE

E' vero che i tuoi genitori ti hanno mandata a scuola di recitazione per curare una tua certa timidezza avanzata?
(tiro di sigaretta) No, sono cazz*ate!

Ok, allora forse è il caso di rivedere la tua pagina di Wikipedia...
(sorride) Ora ti racconto come è andata: è stata tutta una coincidenza. I miei genitori mi hanno proposto un'attività extracurricolare. Ho scelto io la recitazione, perché mi piaceva. Mi hanno anche detto che se avessi portato a casa buoni voti scolastici, avrei potuto continuare a recitare. E' andata così. Finché ho incontrato Abdel Kechiche. Il resto è storia... (fuma)

Sono passati due anni da quella sera di Cannes, adesso rieccoci qui, stesso posto stessa occasione. Questa location ti riporta al cuore ricordi emozionanti?
(Sbuffa alla francese) Non necessariamente devo pensare a quel film. Penso però a come la mia vita sia cambiata e a come mi abbia dato l'occasione di continuare a fare cose belle, come questo film che presento a Cannes.

(controlla il suo smartphone durante la formulazione della domanda)

In Les Anarchistes ti vediamo  nella Parigi di fine Ottocento, è stato interessante vivere nei panni di una donna di quell'epoca? Hai trovato degli elementi in comune?
Non conoscevo quel periodo. Affatto. E' stato interessante approcciarmi al modo di vivere di questo gruppo di anarchici. Sì personaggi dell'epoca ma allo stesso tempo collegati ai nostri tempi. Le donne di quel periodo combattevano per esprimere la loro libertà... oggi le cose non sono cambiate.  

Quale delle qualità di questi anarchici ti ha affascinato di più?
Il fatto che bisogna sempre evolversi. Senza smettere mai. Mi piace pensare di essere come loro uno spirito libero, padrona del mio futuro. Ecco è in questo modo che mi sento vicina a questi personaggi.

E' giusto pensarti con il capo immerso nei libri di storia per interpretare personaggi del genere?
No, niente libri di storia. Diciamo che sono stata aiutata dai costumi di scena che già mi obbligavano a una certa postura. In quel modo ho capito di essere in un periodo diverso.

Immagino che dal film di Kechiche in poi ti continuino a proporre tantissimi ruoli alla maggior parte dei quali rispondi con tantissimi no. Quando dici sì invece?
Quando me la sento, è una sensazione che capisco subito o no. Ma parte tutto dal cuore e dall'amore per il progetto.

(fuma, controlla il telefonino e apre una bottiglia d'acqua con i denti, sì con i denti!)

A Sean Penn, che ti ha chiamata per interpretare il suo nuovo film da regista, The Last Face, hai subito detto di sì, ovviamente...
Ha fatto un film politico che parla dell'Africa. E' bellissimo lavorare con lui perché vede le cose in profondità sia politicamente sia a livello umano. E in qualche modo ha una certa componente poetica, caotica. Lavorare con lui mi ha veramente colpita. Stesso discorso con Charlize Theron, la sua fidanzata che interpreta la protagonista del film.

Alla fine di ogni intervista chiedo sempre qual era il poster che avevi in camera da ragazzina?
Dici di film?
Di qualsiasi cosa...
Nessun poster.