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Robert Kirkman tra fumetto e tv

"Io però resto fedele al fumetto...". All base di tutto c'è lui, Robert Kirkman, l'ideatore del fumetto e adesso scrittore della serie TV. Film.it l'ha incontrato al Comic Con di New York.

Robert Kirkman

14.10.2012 - Autore: Adriano Ercolani, corrispondente da New York
Senza il suo comic book di culto, la serie tv The Walking Dead non esisterebbe. E’ dal fumetto creato da Robert Kirkman che Frank Darabont ha tratto il fenomeno televisivo del XXI secolo. L’autore, che ovviamente collabora anche alla sceneggiatura degli episodi, ci ha anticipato quali sono le più importanti novità della terza stagione: “ Prima di tutto, come già i teaser hanno evidenziato nelle settimane precedenti, nella terza serie tornerà il personaggio di Merle Dixon, che insieme al Governatore rappresenta in qualche modo la nemesi degli eroi che abbiamo amato fino ad ora.  Il ruolo interpretato da Michael Rooker cercherà vendetta nei confronti di T-Dog e Rick, colpevoli secondo lui di averlo abbandonato nella prima annata e quindi averlo costretto ad amputarsi una mano per evitare di essere divorato dagli zombie.”

Merle Dixon The Walking Dead 3

Quindi T-Dog avrà una storia nuovamente importante?

Esatto, T-Dog avrà un ruolo maggiore. Nella seconda stagione rimaneva un po’ nelle retrovie, a osservare quello che facevano gli altri e cercare di farsi un’idea del perché fossero tutti più o meno impazziti. Nei nuovi episodi ogni sopravvissuto dovrà collaborare con gli altri per salvarsi, e T-Dog tornerà nel pieno dell’azione, anche perché è un personaggio positivo.

All’inizio delle avventure di Rick Grimes lo abbiamo visto brevemente interagire con Tyreese, che poi scompare…
E’ vero, Tyreese lo abbiamo intravisto all’inizio della prima stagione, poi è uscito di scena. Non abbiamo deciso di non farlo ritornare più. Pensiamo che sia un personaggio che si adatterebbe perfettamente alla serie quando e se avverrà il suo ritorno, ma eventualmente vedremo.

Osservare i tuoi personaggi disegnati diventare persone in carne ed ossa ha cambiato il modo di vederli?
Anche se le psicologie rimangono le stesse in qualche modo sì, è cambiata la prospettiva. Adesso ad esempio associo mentalmente la voce di Andrew Lincoln quando penso a Rick. Mi ci sono abituato comunque, non mi crea alcun problema.

La terza stagione di The Walking Dead dovrebbe essere incentrata principalmente sulla dicotomia tra Rick Grimes e il Governatore. Non c’è il rischio che l’elemento horror rimanga troppo in secondo piano?
Ti dico soltanto che sono venuti da me due ragazzi del cast patiti per i numeri e mi hanno detto che nel primo episodio della nuova stagione vengono uccisi più zombie che nell’intera stagione d’esordio!

Adoperi il tuo lavoro come sceneggiatore per sistemare magari delle questioni di rama che nel fumetto non ti avevano soddisfatto del tutto?
Cerco di ignorare le storie che scrivo per la televisione quando lavoro al fumetto perché esiste da molto tempo prima della serie TV e non sarebbe giusto nei suoi confronti. Non penso di alterare le trame perché poi potrebbero diventare più filmabili e più economiche da girare, sarebbe tradire lo spirito del comic book e il lavoro che mi ha cambiato la vita. Non voglio stravolgere la maniera in cui racconto e costruisco trame nel comic book solo perché esiste anche la versione televisiva. Cerco di rimanere puro.

Quindi non c’è nessuna correlazione tra i due processi creativi?

Realizzare la serie da una parte e il comic book dall’altra sono due processi totalmente diversi, ma credo che lavorare per la televisione mi abbia migliorato in generale come scrittore. Collaborare con altri sceneggiatori, capire il loro punto di vista, vedere le storie da differenti angolazioni, vedere lo sviluppo dei personaggi ha reso migliore la mia scrittura del fumetto.

The Walking Dead graphic novel

Ultima domanda personale: c’è un personaggio con cui ti identifichi maggiormente?
C’è un po’ di me in ogni carattere. Lavoravo in una pizzeria proprio come Glenn, ho portato le mie esperienze come padre nel personaggio di Rick, qualche volta mi sento cattivo e allora comincio a tramare come il Governatore… no, su quest’ultima parte stavo scherzando. Quasi. Insomma, metto molto di me o dei miei amici nei personaggi che descrivo. Cerco sempre di capire quale psicologia che conosco funzionerebbe in quel mondo devastato e come la catastrofe lo cambierebbe. Prendere le persone reali e farle diventare figure immaginarie è un qualcosa che mi diverte moltissimo.
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