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Apocalypse Woman: la parola a Gale Anne Hurd

La produttrice di The Walking Dead ci parla del nuovo cattivo, alzando la posta in gioco sulle morti dei protagonisti. L'intervista esclusiva

Gale Anne Hurd

15.10.2012 - Autore: Pierpaolo Festa
Pane e fine del mondo. E' cresciuta così Gale Anne Hurd, produttrice che in passato ha lavorato fianco a fianco con James Cameron (con cui è stata sposata per quattro anni) producendo i due Terminator e Aliens. Quando Film.it la chiama al telefono per parlare di The Walking Dead - Stagione 3, la prima cosa da chiederle è proprio questa sua fascinazione per i temi apocalittici.

Gale in passato hai prodotto i due Terminator, Aliens, Tremors e Armageddon. Sembra che tu sia un'addicted alla apocalisse?
Mi piacciono le storie su gente ordinaria travolta da circostanze straordinarie. Non importa se si tratta di fantascienza o horror, la cosa fondamentale è che gli spettatori abbiano la possibilità di identificarsi con i protagonisti e chiedersi cosa farebbero al loro posto in determinate situazioni.

E' stato difficile mettere questa tua passione peculiare al servizio di una serie tv?

Per quanto riguarda The Walking Dead è stata un'opportunità e una sfida anche. Siamo riusciti a creare un cast corale, un gruppo di personaggi più numeroso rispetto ai film a cui ho lavorato in passato. La sfida è quella di essere in grado di continuare a raccontare una storia compatta, anno dopo anno. Una sfida che diventa sempre più difficile, dal momento che aumentano anche gli episodi: nella terza stagione ne avremo sedici. Il fatto che The Walking Dead attinga dal fumetto originale di Kirkman gioca sicuramente sulla nostra fortuna.

Un'altra domanda sul tuo ruolo da produttrice: Hollywood sta soffrendo una crisi di idee, pensi che i contenuti originali si trovino solo in TV in questo momento?

Penso che la televisione stia attraendo i veri storyteller, gente che in passato ha lavorato al cinema. Il numero di film prodotti diminuisce sempre di più, a eccezione dei blockbuster che si affidano soprattutto a spettacolo ed effetti speciali. Se sei alla ricerca di storie basate su elementi umani, allora la TV è il posto migliore.

Il nuovo slogan di The Walking Dead è "Fight the Dead, Fear the Living" (lett: combatti i morti e temi i vivi). Come avete trovato una frase di lancio così perfetta?
Sono stati quelli del network AMC. Un giorno ci hanno mostrato un poster con questa frase, chiedendo un parere. E' perfetta per riassumere il cuore della terza stagione.

Senza rivelare troppo, come si evolve il personaggio di Rick nei nuovi episodi? Diventerà a tutti gli effetti il leader indiscusso?

Li abbiamo lasciati alla fine della seconda stagione con tante cose che hanno ulteriormente capovolto il loro mondo. Rick ha ucciso Shane: sì, era per legittima difesa, ma è stata comunque un'azione a sangue freddo. Nel momento in cui Lori scopre come è andata, il matrimonio va in crisi. Inoltre, il fatto che tutti loro siano comunque infettati e che non ci sia bisogno di un morso per diventare zombie, ha dato a Rick la consapevolezza che ci sono molti più walker nel mondo. Adesso più che mai Rick deve tenere in vita tutti: l'unico modo per farlo è imporre il suo comando e avere la mentalità da leader. Senza esitare.

Uscito di scena Shane avete trovato una nuova nemesi: il governatore. Sarà un personaggio cattivissimo oppure ne vedremo anche i lati umani?
Il governatore crede di essere la persona giusta per salvare l'umanità. Immaginatelo un po' come il John Connor di Terminator: colui il quale sa già che finirà nei libri di storia e riporterà la razza umana a dominare il pianeta. Lui ha effettivamente questo carisma. Allo stesso tempo, però, immaginiamolo anche come un imperatore romano nel momento in cui la città è moralmente compromessa. Il suo credo è dare illusione alla gente per tenerla a bada. Arriverà a un punto di non ritorno. Potete capire perfettamente dove stiamo andando basandovi sull'attore che abbiamo ingaggiato: David Morrissey è fantastico ed è noto per interpretare personaggi oscuri che però non si sviluppano in un'unica direzione.

Il Governatore The Walking Dead 3 

Fin'ora avete svolto un lavoro particolare per tenere la storia su un piano reale. Adesso però introdurrete il personaggio di Michonne che con la sua katana e i suoi schiavi zombie sembra un po' over the top rispetto ai vostri standard...
E invece no. Vi assicuro che Michonne è un personaggio vero. Non è uscito dai cartoni! Scoprirete presto perché se ne va in giro con due zombie incatenati. L'attrice che la interpreta è stata bravissima ed è fantastica nell'uso della spada.

Michonne The Walking Dead 3

Ucciderete qualcuno dei protagonisti nel corso di questa stagione?
Be', considerato questo scenario di vita e morte, è molto probabile che diremo addio ad alcuni protagonisti.

Ucciderli vuol dire anche licenziare gli attori che interpretano quei ruoli. Come decidete chi morirà o no: vi è mai capitato di cambiare idea all'ultimo momento?
E' successo con Hershel. Sin dall'inizio della seconda stagione eravamo sicuri che il suo personaggio non ce l'avrebbe fatta. Ma una volta uscito di scena Dale, è diventato lui il saggio del gruppo. Il loro centro morale. Ecco perché lo abbiamo salvato. Gli attori vengono comunque pagati, che muoiano o meno nella serie. Ci riuniamo con gli sceneggiatori e decidiamo se l'uscita di scena ha davvero senso: abbiamo ucciso la piccola Sophia perché era necessario come fase di svolta su tutti i protagonisti.

Questi personaggi finiscono sempre dalla padella alla brace. C'è un po' di speranza per loro alla fine?
Penso che finché l'umanità sarà viva ci sarà sempre speranza. Non importa se l'epoca sia disperata, noi umani scegliamo sempre di vivere. In The Walking Dead lo abbiamo visto con Andrea che dopo aver provato a suicidarsi ne é uscita come una persona diversa. Passare da uno stato d'animo all'altro trovando una certa forza di sopravvivere è una cosa che coinvolge tutti i protagonisti. La speranza dunque resta.

Una curiosità: hai mai avuto un parere di George Romero su The Walking Dead?
No. Ma ho parlato con Tobe Hooper, il regista di Non aprite quella porta. Mi ha fatto i complimenti mi ha confessato che guarda la serie e non se ne perde un episodio.

Domanda finale tradizionale: Gale, qual era il poster che avevi in camera da ragazzina?

Avevo una foto gigante di David Cassidy, la popstar!
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