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Andrew Lincoln: vi sembrerò pazzo

Siete pronti a vedere il lato oscuro di Rick Grimes? Al Comic Con di New York abbiamo incontrato il protagonista di The Walking Dead, che ci ha raccontato i segreti dei nuovi episodi

Andrew Lincoln

14.10.2012 - Autore: Adriano Ercolani, corrispondente da New York
I cinefili con la memoria più longeva avevano lasciato Andrew Lincoln in Love Actually, mentre in una scena romanticissima dichiarava il suo amore impossibile a Keira Knightley adoperando soltanto dei cartelli.
Adesso invece ce lo ritroviamo al Comic Con di New York per parlare del suo personaggio di culto Rick Grimes e della terza stagione di The Walking Dead, che partirà a poche ore dal momento in cui stiamo scrivendo questo pezzo.

Partiamo dall’inizio, o meglio dalla fine della seconda stagione. Cosa succede a Rick dopo che ha ucciso Shane?
Come si intuisce già dalla fine della seconda stagione, cambia completamente. L’evoluzione dei personaggi è alla base di tutta la storia, è la bellezza principale del comic book. Quello che mi ha attratto fin dal principio di Rick è che non vorrebbe cambiare ma è costretto a farlo. L’inferno in cui tutti vivono lui lo vede soprattutto come un percorso familiare, più che mai in queste nuove puntate. Quando riprendiamo la storia sembra impazzito, ecco perché il salto temporale che vedremo all’inizio della terza stagione è molto importante a livello narrativo. Non è morto nessuno, ma è passato del tempo e gli animi si sono induriti.

famiglia Grimes The Walking Dead

Rimani dunque soddisfatto del tuo ruolo?
Sono molto soddisfatto del mio ruolo, sono addirittura entusiasta degli altri. La progressione drammatica di Rick è bella, ma nella terza stagione ammireremo ad esempio soprattutto quella di suo figlio Carl, che essendo cresciuto si trasforma in un giovane soldato efficiente e pronto a tutto. E’ una storia straordinaria, anche nella sua brutalità. Chandler Riggs (il giovane attore che interpreta Carl, ndr) poi è fantastico, gli riescono cose che a me invece richiedono giorni di allenamento. Ha una rapidità di esecuzione incredibile, secondo me lo aiutano anche i videogiochi d’azione con cui gioca tutto il tempo fuori dalla scena.

Sei pronto a perdere la simpatia del pubblico con questo cambiamento del carattere verso il lato più oscuro?
Trattandosi di una metamorfosi non è sempre facile definire se sia buona o cattiva. Il comic book è molto chiaro sotto questo punto di vista: ci sono decisioni anche dolorose che devono essere prese, per proteggere le persone che si amano. Per questo Rick allontana gli altri, isolando prima di tutto se stesso. Magari il viaggio di questo personaggio nella terza stagione è diretto alla consapevolezza che invece ha bisogno degli altri. E questo è un viaggio molto affascinante che stiamo ancora percorrendo. Nel secondo episodio dei nuovi c’è un cambiamento brutale e senza ritorno nel personaggio di Rick. E’ come se in qualche modo facesse propria la filosofia di Shane, dovuta al fatto che sta diventando sempre più freddo nel rapporto con gli altri. Ci sono un paio di scene decisamente intense e violente. A un certo punto sono entrato nella stanza degli sceneggiatori e ho chiesto quando arrivava il punto di rottura per Rick, cosa da non chiedere mai a chi scrive i tuoi ruoli. Mi hanno risposto: “Aspetta e vedrai. Ci lavorerai parecchio su quello che ci hai appena chiesto…”.

E invece il rapporto con sua moglie come si tramuta?
Rick e Lori si allontanano a causa della chiusura di lui. Sarah Wayne Callies e io abbiamo deciso di non parlarci fuori dal set per alcuni episodi, in modo da creare quella necessaria freddezza che si avverte tra lui e sua moglie. Ogni volta che lui la guarda inizia a provare colpa per quello che è successo con Shane, per come l’ha ucciso a sangue freddo, anche se era l’unica cosa da fare. E in questo triangolo la bomba a orologeria è loro figlio, che li spinge in una missione suicida. Anche se disperata, Rick però sente che è la cosa giusta da fare per ridare un minimo di umanità e ricompattare il gruppo.

Verrà portato avanti anche il discorso sulla legittimità di mettere al mondo dei bambini in un mondo ormai devastato?

Soprattutto dal personaggio di Lori. Proprio nel primo episodio della nuova stagione c’è una bellissima scena tra lei e Hershel che parlano del bambino che deve nascere, del suo futuro oscuro, del fatto che potrebbe venire al mondo già trasformato in mostro. Nei nuovi episodi vedrete Sarah diventare ancora più coinvolgente in questa figura materna lacerata e poderosa.

Quale dei nuovi personaggi hai apprezzato maggiormente?

Michonne è assolutamente favolosa. E’ una guerriera spietata, in una scena è un’arma perfetta quando stacca la testa di uno zombie con un sol colpo di spada! La prima volta che abbiamo visto in azione Danai Gurira in questo personaggio abbiamo pensato tutti: “Ma che tosta!”. Poi Greg Nicotero ha fatto un lavoro magnifico con gli effetti, l’interazione con i morti viventi nella lotta sarà ancora più spettacolare e dinamica. Ogni volta che vedevamo arrivare sul set i tecnici con la pompa per schizzare sangue iniziavamo a gasarci.

E’ vero che sei stato tu a suggerire David Morissey per il ruolo del Governatore?

No, non è stato un mio suggerimento. Siamo amici, ma quando mi ha chiamato per dirmi che era in pole position per quella parte non ne sapevo nulla. Però ho pensato subito che fosse la scelta giusta. Gli ho suggerito di guardarsi le serie precedenti ed è rimasto affascinato dall’aspetto morale della vicenda, più che dallo spettacolo, dall’orrore e tutto il resto. E’ entrato subito nel personaggio, vederlo uccidere il primo zombie imbrattandosi di sangue è stato divertentissimo.

Come ti spieghi il successo dei morti viventi in tutto il mondo?
Proprio non lo so. E pensare che abbiamo un'altra tradizione, quella di Bram Stoker e dell’horror gotico. C’è Frankenstein di Mary Shelley che parla di riportare in vita i morti, ma è tutt’altra cosa. Non so spiegare perché The Walking Dead sia diventato così popolare. Fai tutto al meglio delle tue capacità e speri che la gente continui a guardarlo, poi scopri che ne parla e allora tutti iniziano a investire sul progetto. Penso che il merito maggiore vada attribuito a Frank Darabont, Robert Kirkman, Gale Ann Hurd e alla AMC, insomma tutti quelli che stanno dietro a questa serie TV. Parlando per me stesso, prima non ero per niente attratto da questo tipo di storie. Non avevo letto niente di simile prima in vita mia. E’ stato divertente cambiare radicalmente. Adesso amo gli zombie!

Andrew Lincoln fan

Chiudiamo con una domanda sulla televisione: c’è una serie TV oltre a The Walking dead che ti piacerebbe interpretare?
Non è una serie TV ma un reality-show. Vorrei partecipare a Duck Dinasty, è fenomenale!