Somewhere

Somewhere

L'attore Johnny Marco (Stephen Dorff) trascorre una vita di eccessi nel lussuoso hotel Chateau Marmont sul Sunset Boulevard, finché una visita della sua figlia undicenne non lo costringe a rivedere completamente la sua esistenza.

VALUTAZIONE FILM.IT
TITOLO ORIGINALE
Somewhere
GENERE
NAZIONE
Stati Uniti
REGIA
CAST
SITO UFFICIALE
DISTRIBUZIONE
Medusa
DURATA
98 min.
USCITA CINEMA
03/09/2010
ANNO DI DISTRIBUZIONE
2010

Sofia Coppola accompagna al Festival l'attesissimoSomewhere, film per cui ha scritto anche la sceneggiatura originale come aveva già fatto ai tempi di Lost in Translation. E proprio come in quel caso sceglie di ambientare la sua storia in un albergo che questa volta è il leggendario Chateau Marmont di Los Angeles, una tappa obbligatoria nella vita e nella carriera di molte celebrità che si rifugiano nelle sue stanze, e un non-luogo perfetto per raccontare la solitudine e la provvisorietà di un'esistenza apparentemente facile. Tra queste mura vive Johnny Marco (Stephen Dorff), un attore in ascesa che per non farsi divorare dalla noia si distrae con sesso e droghe. Johnny insomma gira a vuoto, a bordo di una Ferrari certo, ma gira pateticamente a vuoto. Ad alimentare la giostra di cartone ci pensano poi alcuni appuntamenti grotteschi che caratterizzano la sua professione vocata essenzialmente all'apparenza. Ma l'apnea è rotta dall'arrivo della figlia Cleo, una ragazzina capace di illuminare la stanza e capace soprattutto di scortare suo padre fuori dalla letargia emotiva in cui si è ridotto.

Sofia Coppola cattura l'incontro tra padre e figlia cullandoci in quelle atmosfere subacque e minimali che senza ricorrere ad artifici e drammi particolari assumono la forma indefinita e sfuggente della transizione. Nel passo sospeso del suo sguardo anche ironico c'è la cifra sempre personale di un talento delicato e quasi alieno che ama esprimersi nella sottrazione ed emoziona con il garbo e la freschezza dei gesti più ordinari. L'uso delle musiche e il lavoro con gli attori, e ancora una volta soprattutto con l'attrice, è bellissimo. Elle Fanning conquista con la sua spontanea vitalità e fa venire voglia di seguire la sua storia, di eleggerla a protagonista. Lo spettatore è invitato a galleggiare nell'empatia e, proprio come Johnny, finisce per soffrire la mancanza di Cleo quando non c'è. Tutto qui. Ma l'invito è sempre gradito, certo meno sorprendente di quella volta a Tokio, ma sempre davvero gradito.