Safe House - Nessuno è sicuro
In Safe House Denzel Washington interpreta Tobin Frost un brillante ex agente della CIA che a un certo punto ha cambiato rotta tradendo l'Agenzia e vendendo codici militari top secret ai nemici dgli Stati Uniti. Dopo molti anni in cui si erano perse le sue tracce, Frost riappare in Sudafrica dove viene preso in custodia dalla CIA per essere interrogato. Quando la Safe House, una casa segreta adoperata dalla C.I.A. per nascondere i testimoni, viene attaccata da violenti mercenari, una recluta (Ryan Reynolds) è costretta ad aiutarlo a scappare. Mentre l'esperto manipolatore gioca con il suo riluttante protégé, l'etica e l'idealismo del giovane agente segreto vengono messi a dura prova. A questo punto i due devono restare vivi abbastanza a lungo per scoprire chi li vuole morti.
Accade ogni volta che un film lascia il segno. Pensate solo a tutti gli emuli di “Matrix” che hanno intasato la cinematografia americana nello scorso decennio. Ora è successo anche con la saga di Jason Bourne: lo stile ipercinetico di Paul Greengrass, fatto di camera a spalla e montaggio frenetico, ha fatto scuola e ora è diventato la norma in certo cinema action-spionistico. Al punto che il maestro Bond ha copiato dall'allievo in “Quantum of Solace”.
Ora dalla Svezia arriva anche Daniel Espinosa, regista dell'inedito in Italia “Snabba Cash”, che esordisce a Hollywood con “Safe House”, spy-story che con Bourne ha svariati punti in comune.
Un agente onesto che finisce suo malgrado braccato dai colleghi CIA. Un
complotto con tanto di agenti corrotti. L'ambientazione esotica. E poi
tante scene ambientate nella base della CIA che si alternano alle
sequenze d'azione da capogiro. La trama sta sul generico e basa tutto
sul più classico dei MacGuffin: una microspia contenente la lista di
tutti gli agenti corrotti del servizio segreto americano. La novità sta
nel fatto che il chip se l'è iniettato sotto la pelle Tobin Frost (Denzel Washington),
ex-spia ora uomo più ricercato del mondo per aver venduto ai nemici
dell'America un sacco di segreti scottanti. Inseguito da chi vorrebbe la
lista per sé, Frost è costretto a far coppia con l'agente CIA Matt Weston (Ryan Reynolds), che muore dalla voglia di provare il suo valore sul campo.
A funzionare è proprio l'interazione tra Reynolds e Washington, ma è
soprattutto quest'ultimo a catturare lo spettatore con un antieroe che
sicuramente non dice nulla di nuovo, ma con il quale l'attore pare
divertirsi un mondo. A convincere meno è invece la regia di Espinosa, che vorrebbe evocare Greengrass ed essere cool,
ma finisce col rendere tutte le scene d'inseguimento tremendamente
confuse. Espinosa perde spesso il senso dello spazio, non si sa chi stia
picchiando chi e chi insegua cosa e in quale direzione, e purtroppo il
montaggio non aiuta. Ciononostante, “Safe House” resta un film onesto e godibile, senza pretese. Chi è in cerca del nuovo Bourne, farà meglio a guardare altrove.
di Marco Triolo