NOTIZIE

Zatoichi

Fumetto, cartone animato, manga, samurai, spaghetti western, videogame. Tutto questo e molto di più è Zatoichi di Takeshi Kitano, l'ultimo film del regista-culto del Giappone che conta.

Zatoichi

12.04.2007 - Autore: Elena Dal Forno
Regia di Takeshi Kitano   Questo è decisamente l'anno dei samurai, da Kill Bill di Tarantino a questo Zatoichi, pare che il cinema abbia trovato la contaminazione giusta per assemblare generi e stili per far divertire, omaggiare, ma soprattutto giocare in modo ironico con la violenza. Se vogliamo proprio dirla tutta Zatoichi e Kill Bill hanno diversi punti in comune (la storia di vendetta, l'eroe solo contro tutti per non dire l'ispirazione samurai), tanto da affermare che potrebbero essere quasi lo stesso film in versione femminile e maschile. Lì è la splendida Uma Thurman a fare l'angelo vendicatore, qui il massaggiatore cieco biondo platino che gira per le strade del Giappone. Per il resto citazioni, ritmi e colori paiono quasi identici, non fosse che per una piccola differenza di budget a favore di Tarantino.   La storia di Zatoichi riprende una vecchia serie televisiva di successo ambientata nel Giappone dell'800 ed è la prima volta che Kitano si cimenta in un film di cui non ha curato completamente la scrittura e il soggetto. Gli ha però cambiato completamente il profilo psicologico. Se in tivù il massaggiatore è un paladino della giustizia, una sorta di Robin Hood, in Zatoichi il massaggiatore è uno che combatte per il gusto della lotta, una sorta di macchina da guerra disinteressata alla vita di per se stessa (a parte il tavolo da gioco), armato solamente della sua spada che gli fa anche da bastone. In una sorta di escalation di violenza o di livelli in un videogame si arriva alla resa dei conti finale dove eroe e antieroe si affrontano nello scontro finale che lascia in vita il solo massaggiatore.   Ma, come in Kill Bill, ci interessa ben poco la trama di questa pellicola. Sono gli squartamenti, i movimenti di spada (la mitica katana), gli schizzi di sangue che piovono a fiotti, le citazioni, i colori, i combattimenti e il ritmo di un film che si chiude genialmente come un musical in un tip tap finale che esplode come fuoco d'artificio fuori dallo schermo.   Un film divertente, ironico, spregiudicato. Chi ha amato Dolls o Hana-Bi troverà forse da ridire o storcerà il naso davanti a questo capolavoro, ma l'occhio di Kitano dietro la macchina da presa sa come muoversi e cosa "vedere" nonostante il suo massaggiatore cieco dichiari alla fine che "pur con gli occhi ben aperti non vedo niente lo stesso".  
FILM E PERSONE