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Visto in anteprima - The Theory of Everything

Un viaggio sorprendente nella incredibile vita di un mito scientifico moderno, Stephen Hawking

18.09.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Nel 2004 era stato Benedict Cumberbatch a portare sullo schermo (il piccolo, grazie alla BBC One) la vita del fisico e matematico Stephen William Hawking, il suo studio sull'origine dell'universo e la pubblicazione della pietra miliare 'Buchi neri e universi neonati e altri saggi'. E, nonostante non fosse facile sostituire un attore tanto benvoluto e celebre o affrontare di nuovo un personaggio tanto noto, probabilmente la soluzione migliore e' stata proprio quella di scegliere il punto di vista della ex moglie Jane, autrice della biografia Travelling to Infinity: My Life With Stephen dalla quale e' stato tratto questo The Theory of Everything.



La prima scena gia' ci strappa un sorriso, a vedere il giovane Stephen correre su ben altre ruote di quelle su cui siamo abituato a vederlo e soprattutto a pensare al soprannome ('Wheels') affibiatogli da Sheldon in una puntata di Big Bang Theory… tutto perfettamente coerente con il tono generale, molto umano e decisamente attento a rendere una delle menti scientifiche piu' eccelse del secolo e le sue teorie accessibili e interessanti al grande pubblico, ma soprattutto a trasmettere la sua forza vitale, spirito e umanita' - nel bene e nel male - anche attraverso quelle della sua compagna di vita, prepotentemente al centro (ovvio, essendo sua la versione alla base del film) della storia mostrata.

Un impegno non da poco per l'ottima Felicity Jones, da subito in scena al fianco dell'altrettanto dotato compagno Eddie Redmayne e - a differenza sua - non 'facilitata' da un tipo ruolo che storicamente attira l'attenzione del pubblico e dell'Academy. La sua Jane emerge, sullo schermo e nella vita della coppia, come vera colonna portante ed elemento narrativo unico. Un contrappunto di grande livello che permette al film di procedere equilibrato senza farsi trascinare verso la noia (di sentir raccontata ancora una storia vissuta attraverso le cronache) o verso la retorica (spesso implicita nelle parti piu' romantiche o piu' 'patetiche', a tratti troppo sottolineate da scene molto esplicite e un po' forzate). Anche per merito della mano dietro la macchina da presa, quella di James Marsh, uno pratico di equilibrio e di empatia visti i suoi successi come documentarista (Man on Wire, Project Nim).



Difficile d'altronde mantenersi equidistanti tra fedelta' al racconto di una degenerazione tanto drammatica e sfruttamento della stessa in maniera strumentale nei confronti del pubblico. Ma il film fa del suo meglio, e non delude. Nel crescendo parallelo della carriera e della malattia del nostro protagonista, si riesce a percepire una verita' di fondo, una normalita' che passa attraverso il quotidiano impegno della signora Hawking e la capacita' dello scienziato di ridersi addosso e di rovesciare nel cinismo e con intelligenza una situazione senza scampo. E tra vicissitudini sentimentali, divertenti tenzoni dialettiche tra ragione e fede e qualche 'cartolina', saranno in molti ad arrivare in fondo soddisfatti (compresi i piu' romantici, consolati dai pannelli finali, prima dei titoli di coda).


The Theory of Everything, in uscita in Italia il 26 febbraio 2015, e' distribuito da Universal Pictures



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