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Vieni a vivere a Napoli – La recensione dal Bif&st

Benvenuti nel Napolistan; l’evoluzione della città al cinema in chiave multiculturale e ironica

Vieni a vivere a Napoli film

Vieni a vivere a Napoli film

06.04.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta) - da Bari
Raccontare cos'è oggi Napoli, città passata da luogo dal profilo unico a stato multietnico, è obbiettivo originale quanto difficile. Perché la sinfonia della città è un genere arduo, spesso in bilico tra esibizione dei soliti cliché e incapacità di afferrare con sguardo non esclusivamente documentaristico l'animo di un luogo molto specifico. Invece, Vieni a vivere a Napoli, è un film riuscito e originale presentato in anteprima internazionale al Bif&st e in uscita a fine marzo 2016.

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Tre cortometraggi distinti e diretti dai registi Guido Lombardi, Edoardo De Angelis e Francesco Prisco, lo compongono, mentre come tema principale si è scelto quello del racconto delle conseguenze di una convivenza tra culture diverse.

Da una parte quindi c'è una struttura che sceglie tra i volti noti del cinema napoletano i propri solidi rappresentanti: Massimiliano Gallo, Gianfelice Imparato, Antonio Casagrande e Giovanni Esposito. Dall'altra alcuni giovani attori di origine straniera incarnano la controparte con la quale l'universo tradizionale si scontra per forza di cose. Sono personaggi ucraini, cingalesi e cinesi. 



Da questo frontale a cielo aperto, dagli esiti mai violenti ma piuttosto melodrammatici e favolistici, nasce poi una coabitazione comica, stralunata e affrontata con la velocità dei dialoghi e la forza dei suoi interpreti. 

Tra gli spunti principali c'è il carattere del napoletano mammone e infantile - ormai più che adulto - che vive di imbrogli e protetto dalla cura domestica della sorella, l'arroganza della giovane cantante neomelodica e la 'cattiveria' dell'anziano curato dalla badante ucraina.

E c'è una città notturna e dal profilo kitsch, che i protagonisti attraversano come in un road trip su scala cittadina avventuroso e corale. Questo è un film sicuramente di pancia - che ieri ha conquistato il Teatro Petruzzelli molto più di altre opere maggiori - che si vive sul momento e che rimane, dopo la fine della proiezione, attaccato addosso con la sua carica di intensa leggerezza