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Vengo - Demone flamenco

Vengo - Demone flamenco

Vengo

28.06.2001 - Autore: Francesca Camerino
Siamo nel profondo sud dellAndalusia: Caco (Antonio Canales, grande ballerino di flamenco che in questa occasione recita solamente, senza muovere un passo di danza) soffre tremendamente per la morte della figlia e tutte le sere annega il suo dolore nel vino e nella musica andalusa. Mentre il fratello Mario ha ucciso uno dei fratelli Caravaca ed è fuggito in Marocco, il nipote Diego (Orestes Villasan Rodriguez) nutre la stessa passione per la musica e neppure il suo handicap fisico gli impedisce di gioire delle feste organizzate dallo zio Caco; il giovane ama far baldoria. Anche i cugini Alejandro (Antonio Perez Dechent), Antonio (Bobote) e Tres (Juan Luis Corrientes) fortemente legati a Caco e al giovane Diego ballano per le strade al ritmo del flamenco, espressione di quel demone della vita che anima non solo le persone ma anche la natura. Ma nel profondo Sud dellAndalusia la vendetta è forte e necessaria quanto lamore per la vita.     Il commento Flamenco e legami di sangue. Questi i temi su cui scorre il film del regista gitano Tony Gatlif che dal lontano 1981 desiderava portare alla ribalta la magia e il pathos del flamenco. E Gatlif non descrive questa musica come semplice spettatore ma la vive con intensità interiore trasformandola in immagini ed eliminandone ogni elemento folkloristico. Film presentato fuori concorso al Festival di Venezia, scorre su una trama scarna utilizzata quasi per cucire i vari pezzi musicali che vi regnano incontrastati. Gli attori straordinari- sono tutti non professionisti e grandi musicisti esponenti della massima e pura tradizione del flamenco gitano della bassa Andalusia. Tutto è musica e battere di mani. Quelle mani che, riprese continuamente, riempiono lo schermo. La m.d.p. dà importanza ai particolari e stringe su visi e sguardi intensi. Il canto del maestro del Sufi egiziano Ahmad Al Tuni, di La Caita, La Paquera e la chitarra dei Gritos de Guerra accompagnano ogni sequenza. Il messaggio che ci regala è quello che sia la danza che la musica uniscono tutti gli uomini mediterranei esprimendone i medesimi valori. Ma la pellicola non è solo passione, è anche dolore. Caco per amore della famiglia sacrificherà la sua vita. E nel dramma del finale la colonna sonora strumentale composta dallo stesso regista ( come il pezzo Techno el rey, Aparition e Larbre du duende) è addirittura travolgente fatta di percussioni unite al battito di pistoni e gocce dacqua a sottolineare la morte, il sacrificio di Caco che muore con un coltello nel fianco per porre fine all\'inutile battaglia che lo lega alla famiglia Caravaca. Ma anche questo, come in tutte le famiglie del Sud, era inevitabile.    
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