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Vanishing on 7th Street - La nostra recensione

Il regista de "L'uomo senza sonno" avvolge la metropoli americana di un buio pesto malefico. Ma la tensione stenta a decollare

Vanishing on the 7th Street - Thandie Newton e Hayden Christensen

27.07.2011 - Autore: Pierpaolo Festa
In TV ha realizzato diversi episodi della serie “Fringe”, al cinema è riuscito a disturbarci con l’horror “Session 9”, ci ha presentato un Christian Bale con trenta chili in meno ne “L’uomo senza sonno”, e affascinati con l’hitchcockiano (e ancora inedito in Italia) “Transsiberian”. Questo è Brad Anderson, giovane cineasta il cui talento visivo è decisamente ipnotico. E ci aspettavamo davvero molto da “Vanishing on 7th Street”, la sua nuova pellicola, già  presentata nella sezione Rapporto Confidenziale del ventottesimo Torino Film Festival. Eppure, le nostre aspettative sono state rase al suolo da un film che a un certo punto perde la bussola.

John Leguizamo in Vanishing on the 7th Street

Quattro personaggi chiusi in un bar nel giorno in cui qualcosa (alieni, demoni, entità spietate) ha spento la luce del pianeta: tutto è avvolto dal buio pesto e l’intera umanità è stata portata via. E il regista apre il film con notevoli inquadrature di tutto ciò che resta nel mondo, ovvero i vestiti svuotati dopo il rapimento della gente. Le sequenze iniziali sono davvero affascinanti e girate con grande talento visivo, ma la tensione, sparata alle stelle, si schianta al suolo in questa storia che finisce per fare acqua da tutte le parti. E di certo, il cast non aiuta: se John Leguizamo si conferma sempre come uno dei caratteristi più bravi del cinema oltreoceano, lo stesso non può essere detto del protagonista Hayden Christensen, l’ex Darth Vader che interpreta il leader del gruppo di sopravvissuti. E poi c’è una Thandie Newton la cui performance è oltremodo sopra le righe, alle prese con il ruolo di una ex tossico dipendente il cui bambino di nove mesi è stato portato via dai cattivi. Protagonisti il cui sviluppo narrativo è tutt’altro che interessante e le cui dinamiche diventano sempre più forzate con l’andare avanti della pellicola.

Thandie Newton in Vanishing on the 7th Street

Se il talento visivo di Anderson tiene duro per metà film, successivamente il regista perde di vista la storia, rompendo anche l'equilibrio della tensione, che si fa sempre più scontata: l’intera premessa sostiene che si salverà soltanto chi riuscirà a trovare una fonte alternativa di luce in un mondo colpito dal blackout. E mentre i quattro malcapitati cercano lampadine e candele, si arriva a un finale, ai limiti del sopportabile, che non offre alcuna soluzione al mistero.

L'augurio è quello che Anderson si riprenda presto da questo passo falso cinematografico.

Vanishing on 7th Street” è distribuito nei cinema da One Movie

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