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Under the Silver Lake - La recensione dell'ultima follia del regista di It Follows

David Robert Mitchell ci porta nella sua Los Angeles per un gioco solo apparentemente fine a se stesso.

17.05.2018 - Autore: Mattia Pasquini, dal Festival di Cannes
Dopo i pigiama party del 2010 e il fenomeno It Follows del 2014 ne abbiamo la conferma, David Robert Mitchell è decisamente un soggetto interessante. In tutti i sensi. E, azzardiamo, una persona che ama divertirsi, pescando da ambiti che conosce bene per riderne e farne spunti di deviazioni surreali e originali. Questo è quello che sembra emergere dalla visione del suo terzo film, Under the Silver Lake, presentato in concorso al Festival di Cannes.



Certo, questo orizzonte in qualche modo ristretto rischia di costituire un limite, e di costringere la narrazione a girare 'in tondo', ma in ogni viaggio bisogna anche esser capaci di distinguere le fotografie da ricordare dalle immagini sullo sfondo. E qui sta anche la difficoltà di approccio con un film prolisso e affollato, eppure capace di non annoiare e di scorrere con una certa fluidità.

Per merito di un ottimo e sconcertato Andrew Garfield, protagonista assoluto di una caccia al tesoro ricca di indizi quasi completamente ambientata nell'area di Silver Lake a Los Angeles, intorno al Reservoir intitolato a Herman Silver e a due passi dalla hipster Los Feliz, all'ombra del Griffith Observatory di Gioventù bruciata. Zona di cinema, insomma, ma non solo.



E di cinema ce n'è moltissimo, in ogni sequenza del film, da quello classico della Golden Age Hollywoodiana al più moderno, fino ad ammiccare a certe suggestioni televisive moderne. Molto, forse troppo, che l'insistenza nel definire il contesto di riferimento (ed i riferimenti) è decisamente eccessiva. Eppure, non ingiustificata, visto che dopo un lungo peregrinare tra assassini di cani, teppistelli da strada, performing parties, gruppi underground, codici e tunnel segreti usati dagli homeless e il loro Re, la sorpresa più gustosa del film è l'incontro finale con il sogno di tutti i complottisti, che infonde un nuovo senso negli elementi che ci circondano e ci regala un medley unico e irripetibile che metterà alla prova le vostre conoscenze musicali e culturali (nel senso più ampio possibile).


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