"Una lunga corsa ossessiva" i fratelli Paolo e Vittorio Taviani definiscono il loro nuovo film, presentato agli spettatori del Festival prima ancora che al pubblico cinematografico. E questo è Una questione privata, sin dalla sua origine letteraria, datata 1963, anno in cui venne pubblicato postumo l'omonimo romanzo di Beppe Fenoglio. Ma non solo, non abbastanza, ché la vicenda del giovane Milton interpretato dal sempre intenso e tormentato Luca Marinelli ha più sfumature e protagonisti.
Forse non quante il testo di partenza ne offriva ai due registi toscani, che pur suggerendoci una lettura diversa con la onnipresente Over the Rainbow di una sognante Judy Garland sembrano perdersi sulle montagne insieme al loro protagonista più che accompagnarci nel suo dramma interiore. Che nasce dalla gelosia per la 'sua' Fulvia, forse divisa, e dalla necessità di dare una risposta ai tarli che lo rodono, più che assolvere la missione che glielo permetterebbe.
Così, quella che doveva essere una storia partigiana e di struggimenti, di innocenza e furia insieme, finisce per perdere molta dell'ambiguità di fondo che aveva, concentrandosi su un'odissea personale eppure restando vera e pura al punto di trasmetterci la confusione e l'incapacità, la disperazione e lo sgomento di un ragazzo perso e impotente. Più di quanto si fosse abituato a essere sulle colline piemontesi delle Langhe…
La bellezza d'altri tempi di Valentina Bellè e l'immagine da fotoromanzo di Lorenzo Richelmy (l'amico Giorgio), filtrata dalla memoria mitica e amicale, fanno fa sfondo al quadro generale, al quale però risulta non semplice né immediato appassionarsi. Forse per una patina datata, forse per uno stile immutabile o coerente (o a seconda dei punti di vista) che di certo caratterizza i grandi, ma per quanto interessante ci tiene lontani dal cuore che raccontano.
Una questione privata, in sala dal 01 novembre 2017, è distribuito da 01 Distribution.
Forse non quante il testo di partenza ne offriva ai due registi toscani, che pur suggerendoci una lettura diversa con la onnipresente Over the Rainbow di una sognante Judy Garland sembrano perdersi sulle montagne insieme al loro protagonista più che accompagnarci nel suo dramma interiore. Che nasce dalla gelosia per la 'sua' Fulvia, forse divisa, e dalla necessità di dare una risposta ai tarli che lo rodono, più che assolvere la missione che glielo permetterebbe.
Così, quella che doveva essere una storia partigiana e di struggimenti, di innocenza e furia insieme, finisce per perdere molta dell'ambiguità di fondo che aveva, concentrandosi su un'odissea personale eppure restando vera e pura al punto di trasmetterci la confusione e l'incapacità, la disperazione e lo sgomento di un ragazzo perso e impotente. Più di quanto si fosse abituato a essere sulle colline piemontesi delle Langhe…
La bellezza d'altri tempi di Valentina Bellè e l'immagine da fotoromanzo di Lorenzo Richelmy (l'amico Giorgio), filtrata dalla memoria mitica e amicale, fanno fa sfondo al quadro generale, al quale però risulta non semplice né immediato appassionarsi. Forse per una patina datata, forse per uno stile immutabile o coerente (o a seconda dei punti di vista) che di certo caratterizza i grandi, ma per quanto interessante ci tiene lontani dal cuore che raccontano.
Una questione privata, in sala dal 01 novembre 2017, è distribuito da 01 Distribution.
