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Un tuffo nel passato - La nostra recensione

John Cusack in una commedia sboccata e divertente che cita a piene mani "Ritorno al futuro" e omaggia la decade più kitsch di sempre: gli anni Ottanta

Un tuffo nel passato - Clark Duke, Craig Robinson, John Cusack, Rob Corddry

21.06.2011 - Autore: Marco Triolo
Un tuffo nel passato” è il titolo italiano di “Hot Tub Time Machine”, commedia fantastica di Steve Pink che racconta di quattro amici che si ritrovano proiettati improvvisamente negli anni Ottanta grazie a una macchina del tempo unica nel suo genere: una vasca idromassaggio. E, per una volta, il titolo è azzeccato: non soltanto per le ragioni più ovvie – si parla di un viaggio nel tempo, dopo tutto – ma anche e soprattutto perché Pink confeziona una pellicola che cita i film adolescenziali anni Ottanta, “Ritorno al futuro” in primis.

Robinson, Corddry, Cusack e Duke in una scena

E proprio del film di Robert Zemeckis questo “Un tuffo nel passato” costituisce una sorta di ideale remake: se “Ritorno al futuro” metteva a confronto la generazione reaganiana con quella dell'America anni Cinquanta, il film di Pink porta le lancette avanti di trent'anni e piazza tre quarantenni di oggi nel loro fulgido passato a base di sbornie, scazzottate, sesso e musica glam metal. La prima scelta vincente di Pink è stata ambientare il film nel corso di una notte di bagordi in una località sciistica, in cui si concentrano una serie di eventi che avrebbero per sempre segnato le vite dei protagonisti: Adam (John Cusack) avrebbe lasciato la sua ragazza, Nick (Craig Robinson) si sarebbe esibito in un fallimentare concerto che avrebbe posto la parola fine alle sue smanie da rockstar. Non manca ovviamente un problema da risolvere, e anche qui si va a pescare nel classico di Zemeckis: Jacob (Clark Duke), il nipote di uno dei tre, rischia di non nascere neppure, se gli eventi della notte non andranno come prestabilito.

I protagonisti allo specchio

Un tuffo nel passato” avanza leggero, sicuramente non ai livelli dell'ingombrante termine di paragone da noi già citato, ma comunque con onestà e una discreta dose di cattiveria e volgarità che non guasta. Certo, date le premesse era lecito aspettarsi almeno una riflessione sul passaggio all'età adulta e sull'incapacità di maturare di una generazione che, nata in un'epoca di stabilità economica senza precedenti, sarebbe cresciuta tra agi e vizi negati ai loro genitori. In parte, questa riflessione c'è, ma si svolge secondo tappe consolidate e non fuoriesce mai dai binari di una solida sceneggiatura hollywoodiana per aspirare a qualcosa di più. Tutto procede secondo i piani: Adam, Nick e Lou (Rob Corddry) vengono messi a confronto con i propri fallimenti e capiscono che hanno a disposizione una seconda chance per fare le cose meglio. Prevedibile, ma indubbiamente funzionale a un'ora e mezza di sano svago, fatta per ridere dei vezzi e delle mode strampalate di una decade così kitsch e colorata da essersi meritata un posto nei cuori anche di chi, all'epoca, non era ancora nato.

Il grande Chevy Chase

Non mancano le dovute citazioni: oltre ai poster di “Rambo”, “Alba rossa”, alla musica dei Poison (interpretati dai membri di una cover band) e dei Motley Crue, fa piacere vedere due icone anni Ottanta usate con intelligenza: da una parte, Chevy Chase nei panni del tecnico della macchina del tempo, dall'altra Crispin Glover (il George McFly di “Ritorno al futuro”) in quelli di un facchino dell'hotel in cui alloggiano i protagonisti, destinato a perdere un braccio sempre in quella fatidica notte. “Un tuffo nel passato” è un film colorato e divertente, proprio come gli anni Ottanta.

La pellicola è distribuita dalla 20th Century Fox