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Un ragazzaccio che riga dritto

Dopo aver sfiorato l'Oscar con "Walk the Line", Joaquin Phoenix ha il potere di scegliere i ruoli che vuole...quelli più interessanti.

Joaquin Phoenix

20.10.2007 - Autore: Pierpaolo Festa
Sullo schermo ha distrutto la vita al gladiatore Russell Crowe, salvato Mel Gibson da un’invasione aliena e ispirato la non vedente Bryce Dallas Howard ad uscire dal villaggio misterioso.
Joaquin Phoenix (si pronuncia Waakiin) ha la faccia d’angelo, ma se lo guardiamo bene negli occhi scorgeremo il bad boy che c’è in lui.
Sullo schermo è stato l’alter ego cinematografico di Johnny Cash nel recente Walk the Line:
è davvero raro che un interprete canti con la sua voce, ma l’impavido Joaquin lo ha fatto e il risultato lascia a bocca aperta in quanto a verosimiglianza.
Quel ruolo, una performance acclamata unanimemente da pubblico, critica e anche dall’Academy, ha procurato all’attore il definitivo biglietto d’ingresso nell’olimpo di Hollywood.

Eppure, la carriera di questo “ragazzaccio” ha rischiato di non decollare mai: nella notte del 31 ottobre 1993 la sua vita cambiò quando vide suo fratello River, giovane promessa del cinema americano, collassare a terra per overdose.
Dopo la morte di River – ha dichiarato l’attore – mi sentivo in uno stato di alterazione. Ci sono voluti anni per riprendermi la mia vita”.
In realtà non si è mai ripreso e proprio sul set di Walk the Line, la cui trama ricalcava il dramma della famiglia Phoenix,  Joaquin ebbe un crollo davanti l’intera troupe.
Forse è stato proprio questo spunto autobiografico che ha aiutato l’attore a creare una performance unica. Johnny Cash in persona lo aveva scelto dopo avere visto Il gladiatore, pellicola in cui interpretava Commodo, un personaggio praticamente perfetto: fratello e zio amorevole, ma anche perverso, geloso e capace di sterminare famiglie intere. Un vero cattivo memorabile.
Negli ultimi anni Phoenix ha rafforzato il suo talento nella palestra cinematografica di M.Night Shyamalan. Ce lo ricordiamo soprattutto in Signs, nel ruolo dello zio che tutti vorremmo avere: timido campione di baseball, ragazzone impaurito che diventa improvvisamente un eroe.

Fuori dallo showbusiness, l’attore è una persona davvero riservata, ciò nonostante anche lui è stato illuminato dai riflettori dello scandalo dopo essere stato ricoverato per alcolismo nel 2005.
Tra le sue passioni, c’è quella di non leggere mai le recensioni dei suoi film o qualunque pezzo scandalistico che la stampa scrive su di lui.
Tuttavia ha però svelato alcuni suoi piccoli segreti di recitazione:  “Quando leggo uno script e comincio a vedere il personaggio, faccio sempre qualcosa sui miei capelli. Tanto di quello che faccio per un ruolo non viene nemmeno notato dal pubblico, ma io lo noto e questo rende il personaggio reale per me”.
Nel giro di quindici anni l’attore ha già interpretato una trentina di pellicole: “La ragione per continuo a fare film – ha motivato simpaticamente Phoenix è perché odio sempre l’ultima cosa che ho fatto. Cerco dunque di riparare ai miei sbagli”.

Oggi, grazie alla nomination all’Oscar, l’attore ha finalmente il potere di scegliere i ruoli da sé: prossimamente lo ritroveremo in We Own the Night, dramma in cui sarà il manager di un nightclub che tenterà di salvare il fratello (Mark Wahlberg) e il padre (Robert Duvall), poliziotti in guerra con la mafia russa. Il film è stato presentato allo scorso Festival di Cannes dove ha ricevuto una standing ovation.
Successivamente lo vedremo anche nel ruolo di un padre che cercherà vendetta in Reservation Road, dove sarà affiancato da Jennifer Connelly e Mark Ruffalo.