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Un padre, una figlia – La nostra recensione

Il realismo dell’autore romeno per raccontare il conflitto parentale e generazionale nel film che ha vinto il Premio alla regia di Cannes 2016

Un padre, una figlia

Un padre, una figlia

30.08.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
É annunciato come il film che ha vinto il Premio per la miglior regia al Festival di Cannes 2016. E, aggiungiamo noi, si vede. L’ultima opera di Cristian Mungiu è infatti un animale leggero dal punto di vista dell’inquadratura, che segue invece storie pesanti, conflitti tra padre e figlia e forse, allargando lo sguardo, tra generazioni cresciute in Romania. Il regista rumeno si interroga con una fotografia scura, grigia, opprimente, sul peso che i padri hanno sulle figlie in termini di educazione, di aiuto nel percorso di emancipazione e indipendenza e in questo senso anche sul destino di un paese, la Romania, che cresce una generazione di figli diversa per condizioni economiche e sociali da quella dei padri.

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Questi temi sono trattati dal punto di vista di un conflitto interiore e morale di Romeo, l’attore Adrian Titieni, un papà e medico di una città della Transilvania che in seguito alla possibilità che la sua unica figlia non possa prendere una borsa di studio per Cambridge va contro ai suoi principi morali di corruttela e comincia a corrompere tanti piccoli poteri locali. Le stesse regole che infrange sono però quelle che ha impartito in passato e che cerca di far rispettare alla figlia; personaggio un po’ prigioniero di questo patriarcato imposto e che si rivela poi non così integro nelle proprie regole di vita. Il regista rumeno cerca quindi di mostrarci il fallimento di una doppia morale e anche dell’atteggiamento eccessivamente protezionistico di un padre nei confronti della propria figlia.

Mungiu rimane quindi li; su un oggetto del discorso intimo, famigliare, senza giudicare ma mettendo in campo un realismo d’autore molto riuscito. Tutto ci opprime in Un padre, una figlia. L’autoritarismo di Romeo, il silenzio delle donne, l’esistenza di una doppia morale e anche il discorso, qui solo accennato, che per far invece sbocciare una generazione nuova come quella dei figli e di un paese come la Romania, i padri siano costretti a farsi da parte con le loro morali imperfette per fare posto a una nuova ondata di umanità libera di sbagliare e decidere secondo la propria visione del mondo. 

Un padre, una figlia, in uscita il 30 agosto è distribuito da BIM Distribuzione.