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Un fiorellino di nome Alba

Abbiamo incontrato Jessica Alba, l'emergente star di Hollywood, a Roma per presentare "Sin City". Presto la vedremo nel film "I fantastici quattro"

jessica alba

12.04.2007 - Autore: Claudio Moretti
Entra. Gonna blu a pieghe oltre il ginocchio. Maglietta un po’ marinara a righe orizzontali bianco-blu. Si siede. Carnagione scura e bella presenza, senza sconvolgere. Occhioni, nasino all'insù, sorriso lucente. Accavalla le gambe. Lancia un timido: “Hi”. Pare un po’ annoiata. D’altronde la prima domanda è “Perché ti sei fatta bionda?” Risponderà “Per il film Honey”. Poi ci fa sapere che si mantiene in tale forma fisica “grazie alla ginnastica, alle maschere e alla tanta acqua che beve”.

Si sfila in un attimo la timidezza di dosso. E poi Jessica Alba inizia a parlare. Non si ferma neanche per prendere fiato dalle labbra perfette che sporgono dal suo viso.

Lanciata da James Cameron nella serie Tv Dark Angel, il suo sogno di attrice viene da lontano. “Già a 12 anni avevo deciso di fare l’attrice e ho iniziato subito a prendere sul serio la recitazione. Ero concentrata e professionale. Poi col tempo sono riuscita ad avere un atteggiamento più leggero”. In Sin City  pare un fiorellino in mezzo a una schiera di eroine bondage-sadomaso. “Sono contenta di interpretare finalmente un personaggio buono. Non la solita donna dark che mi ritagliano addosso. Nancy crede nella giustizia e nell’amore. E’ ingenua”.  

“Non mi piace fare scene sexy”, risponde secca a chi chiede, sperando il contrario. Eppure la bellezza esotica e perfetta, da sembrare una Barbie riadattata al XXI secolo, non vorrebbe far altro che scene sexy. Il mix di un padre messicano e una madre danese è esploso nel suo fisico minuto eppure formoso. “Il film poi non è affatto maschilista come si dice. Anzi le donne sono molto forti. Gli uomini invece sono trasformati in oggetti. Si massacrano tra di loro”.

Sin City è interamente girato in green screen. Gli attori hanno recitato senza scenografie, poi aggiunte in post-produzione.E’ come lavorare in teatro. In questo caso comunque è stato più facile, perché per ogni aspetto della storia facevamo riferimento al fumetto. E poi l'assenza di oggetti permette di concentrarsi solo sulla recitazione".
Sentito il nome di Robert Rodriguez sorride e si lancia in sperticati complimenti per il regista. “E’ un genio. L’unico, insieme a Lucas, a possedere dei propri studi. Non si adegua ad Hollywood. Non risponde a nessuno. Ha una completa libertà creativa. Dirige, monta, sistema le luci, gira. E quando sul set non aveva nulla da fare suonava la chitarra elettrica in cerca delle musiche per il film”. 

A questo punto, qualcuno dei presenti inizia a sospettare che il ruolo di Frank Miller (accreditato della co-regia) sia stato simile a quello della tappezzeria. “Per Robert questo è un film di Frank Miller. Il fumetto ha già la sua regia, luci, espressioni dei personaggi, primi piani. Noi abbiamo solo trasferito sullo schermo quello che c’era sulla pagina”.

Dopo Dark Angel, che non era tratto da un fumetto, ma se ne potrebbe trarre uno, dopo Sin City e I fantastici Quattro, on air a settembre, Jessica Alba pare pronta a diventare un’icona del cinema-fumetto. Il genere con cui la settima arte sta aiutando il fumetto a diventare l’ottava. “Mi piace fare i film da fumetti. Gli appassionati del genere conoscono bene le storie e i personaggi, e sono fan sfegatati”.

Chiude parlando dei suoi partner sul set. “Mi son trovata bene con tutti nella mia carriera. Con Bruce Willis è stato un sogno. Quando andavamo in giro e ci fermavamo nei piccoli bar, lui prendeva la sua armonica a bocca e suonava per tutti. Forse il più difficile con cui lavorare è stato Flipper”. Eh sì, molti la ricorderanno nel ruolo di Maya, la ragazza che ama i delfini nel telefilm Flipper. Dopo I fantastici quattro, in effetti la rivedremo acquatica in Into the blue. “Ho dovuto superare il mio terrore assoluto per gli squali: ho passato quattro mesi a nuotare tra esemplari selvaggi".