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Tramonto di Laszlo Nemes è un'esperienza cinematografica totale – La recensione

Il regista de Il figlio di Saul torna con un'opera seconda di enorme impatto

Tramonto

03.09.2018 - Autore: Marco Triolo
Budapest, anni Dieci. La Prima Guerra Mondiale è alle porte e la capitale ungherese è una metropoli brulicante di vita, all'apice del suo splendore eppure a un passo dal tracollo. Per le sue strade si muovono istanze rivoluzionarie, voci sussurrano e complottano. La violenza è all'ordine del giorno. In questo panorama apocalittico si muove Irisz Leiter, aspirante modista che vorrebbe lavorare per l'ex cappelleria di famiglia, ma che si ritrova presto invischiata in una ragnatela di intrighi, complotti e morte, al centro di una faida che la precede e di cui diventa involontaria parte in causa.
 
 
Laszlo Nemes torna a tre anni da Il figlio di Saul, con un altro affresco d'epoca tanto potente quanto enigmatico. Tramonto è cinema pensato e realizzato in grande, che usa tutti gli strumenti a disposizione, visivi e sonori, per trascinare lo spettatore in mezzo alle strade di Budapest con Irisz. Restando spesso incollato alla sua nuca o riprendendo in primissimo piano il volto bellissimo e stranito dell'attrice Juli Jakab, mentre intorno a lei si agitano schiere di attori e comparse in scene coreograficamente complesse, spesso lasciate fuori fuoco. E un costante tappeto sonoro fatto di sussurri, brusii, colpi d'arma da fuoco e grida ci avvolge senza mai lasciarci andare.
 
È un'esperienza totale, violenta, indimenticabile. E conta più del plot, che spesso rimane volutamente fumoso, poco comprensibile. Nemes si rifiuta di rispondere ai quesiti che pone, e questo si nota persino nei dialoghi: ogni singola volta che qualcuno pone una domanda, il suo interlocutore svia. Irisz è impegnata in un'indagine, ma non sembra mai perfettamente in controllo della situazione. Si muove costantemente, fugge sempre da qualcosa o qualcuno, non sta mai dove le dicono di stare e non si fa scoraggiare dai pericoli che corre. Un agente perturbante che serve anche a riflettere sulla condizione della donna, allora come oggi: tutti sono talmente certi che Irisz sia programmata per obbedire agli ordini degli uomini, che nessuno si preoccupa mai realmente di accertarsi che lo faccia, e questo le dà campo libero per agire spesso indisturbata.
 
Si esce esausti da Tramonto (che dura più di 140 minuti). Non è certamente un film per tutti. Ma chi ama il cinema puro, chi cerca un'esperienza sensoriale più che il teatro filmato o un racconto più convenzionale, resterà estasiato da un tale sfoggio di arte a 360 gradi.
 
Tramonto, co-prodotto dal Torino Film Lab, sarà distribuito in Italia da Movies Inspired tra fine ottobre e novembre.