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Torino: The Disaster Artist, quanto è bello il film più brutto del mondo [Recensione]

James Franco racconta amicizia e follia sul set di un trash. Il regista e attore si diverte. E lo spettatore con lui

26.11.2017 - Autore: Pierpaolo Festa, nostro inviato al Torino Film Festival (Nexta)
La verità non è rappresentata dai fatti. Ma da ciò in cui credi davvero... se poi hai milioni di dollari a disposizione, senza limiti, allora i fatti diventano definitivamente secondari. Questo potrebbe essere il vangelo predicato da The Disaster Artist, commedia meta-cinematografica, presentata in anteprima italiana al Torino Film Festival, che racconta la lavorazione di The Room, filmaccio del 2003 conosciuto in tutto il mondo come "il quarto potere dei film più brutti di sempre". Quello che noi in Italia chiameremmo "lo scult definitivo".

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Partiamo da un concetto di base: James Franco ci aveva stancato. Tanto anche. Con quella sua bulimia cinematografica, davanti e dietro la macchina da presa. Con la sua arroganza con la quale ha portato in scena grandi classici della letteratura americana (Steinbeck e Faulkner) e li ha trasformati in teatro filmato tutt'altro che memorabile. Onnipresente senza un chiaro percorso artistico tranne l'ammirevole determinazione di interpretare i più disparati filmetti hollywoodiani per poi girare i suoi film. Quel James Franco si eclissa. E opta per la migliore decisione con cui realizza il suo primo film veramente memorabile: prendersi in giro e mollare totalmente il carico di serietà.



The Disaster Artist è un'analisi spietata e affettuosa (qualità che coesistono in scena) dell'opera trash di Tommy Wiseau, ricreata da Franco in maniera devota ma anche divertita. Filmata con un amore per gli strumenti cinematografici e una curiosità contagiosa per il luogo misterioso del set. In questo caso uno dei set più bizzarri mai allestiti a Hollywood. La chiave d'accesso è l'interessante storia di amicizia tra i due personaggi principali: Wiseau e Greg Sestero, co-protagonista di The Room. Quell'amicizia vissuta a tavoletta sin dall'inizio e senza le giuste distanze di sicurezza. Un legame che a tratti diventa vampirismo emotivo. Un vampiro. Su questo archetipo giocano Franco e lo stesso Wiseau, presentando un protagonista che si atteggia a eternamente giovane, di cui nessuno conosce le origini né come il suo conto in banca sia un pozzo senza fondo perfetto per produrre un film tutto da sé.

Ecco dunque la sfida: due aspiranti attori arrivano a Los Angeles e vengono subito messi al tappeto dal suo lato crudele e realista. Finché anche loro trovano il modo per combattere i demoni della città degli angeli: la follia. Non c'è dubbio che i protagonisti del film - persone che esistono davvero - siano due pazzi. Ma a volte la follia è l'unico modo per sopravvivere in mezzo a un branco di lupi. Franco racconta vampirismo e tenerezza e una solida storia bromance, un'amicizia tra uomini che si consolida nel finale, in cui ci accompagna alla première di The Room, deriso dall'intera platea durante la proiezione e paradossalmente accolto da una standing ovation alla fine. Un disastro da cui nasce un vero (s)cult. Uno di quei film facilmente catalogabili come "così brutto che alla fine è bello", ma forse qualcosa in più: una vera esperienza cinematografica. E forse chissà, in un momento in cui Hollywood va alla cieca e punta sul sicuro su franchise mosci, follie come The Room potrebbero rappresentare un gancio creativo. Perfino quando arrivano al trash. 


Dietro la macchina da presa, Franco rimane leggero e paradossalmente libero all'interno dei confini di verità che deve ricalcare. In scena copia alla perfezione Wiseau, personaggio con cui cui condivide l'iperattività creativa (entrambi hanno prodotto, diretto e interpretato i loro lavori) e il legame con James Dean. Wiseau voleva essere come Dean, Franco alla fine del ventesimo secolo è stato paragonato per fascino all'icona di Gioventù bruciata. A tenere testa all'attore e regista, e a superarlo, ci pensa Dave Franco, suo fratello nella realtà, qui arruolato in maniera convincente nel ruolo di Greg Sestero. Attorno a loro ruotano alcune celebrità pronte a unirsi al lato comico di questa festa: Seth Rogen, Zac Efron, Judd Apatow e in una sequenza c'è anche Sharon Stone

The Disaster Artist arriverà nei cinema dal 25 gennaio, distribuito da Warner Bros.

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