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The Neon Demon - La recensione da Cannes dell'horror di Nicolas Winding Refn

Un buon titolo, delle immagini ipnotiche e una protagonista azzeccata non bastano a riscattare il nuovo film del regista di Drive

The Neon Demon

20.05.2016 - Autore: Pierpaolo Festa, da Cannes - NEXTA
Due interminabili ore. Tanto dura The Neon Demon, senza dubbio il film più folle di Nicolas Winding Refn. Folle e concepito così a tavolino. Un horror in cui l'estetica lascia velocemente a casa ogni traccia di profondità narrativa.  

Lo schermo si apre e vediamo una Elle Fanning sgozzata, con il sangue che ancora le cola dal corpo mentre viene illuminata dai flash sul set. E' la prima dichiarazione del regista danese: raccontare di persone che in fondo sono già morte dentro. Basterebbe questa per sintetizzare il film, invece quello che ne segue è un esperimento auto-compiaciuto, con cui Refn cerca in qualche modo di farsi largo nel genere horror e affiancare il cinema di De Palma, David Lynch e del nostro Dario Argento D.O.C. Ma più che affiancare questi maestri, Refn li copia senza alcun pudore.



The Neon Demon segue Jesse (la interpreta una Elle Fanning perfetta nel ruolo), sedicenne che prova a sfondare nel mondo della moda, una ragazzina che vive un motel di Los Angeles, un postaccio gestito dal rude Keanu Reeves. La seguiamo mentre inizia il suo cammino all'interno delle agenzie di modelle, sui set fotografici e sulle passerelle. A ogni passo perderà sempre di più la sua umanità, trasformandosi in un altro tipo di creatura. Sarà una pecora in mezzo ai lupi oppure diventerà lei la leader del branco?

E' interessante assistere alla mutazione della protagonista, da ragazzina innocente (orfana che deve sbarcare il lunario conscia che il suo unico talento sia la sua bellezza) a fiore che sboccia in un prato velenoso: "Tutti vogliono essere come me" dirà a un certo punto, una volta che la sua mutazione in top-model sarà compiuta, in una bellissima scena tutta giocata sui riflessi degli specchi, quel "demone al neon" che finisce per possedere le sue prede.

Per la prima mezz'ora si rimane affascinati da questo mondo e dalle sue immagini potenti. Peccato che ci sia un'altra ora e mezza da digerire. Inevitabilmente le idee visive si appiattiscono e questo succede quando la trama e l'interesse per il personaggio sono già stati persi per strada. Quel che rimane è il discorso sulla bellezza, "l'unica banconota che abbiamo a questo mondo" e allo stesso tempo un veleno senza alcun antidoto. E' interessante, infatti, notare come queste super-modelle in fondo si somiglino così tanto al punto da risultare tutte uguali.



Questi aspetti sono la parte migliore di un interminabile film di due ore che non smette mai di ripetersi, per concludersi con un terzo atto gratuito e fastidioso messo a punto dal regista con l'intenzione di sconvolgere. D'un tratto l'horror si fa sul serio e ce n'è per tutti: necrofilia, cannibalismo, splatter e humour forzato. Arrivano troppo tardi e sono troppo gratuiti. E' così che, una volta lasciata la sala, ci si ritrova di pessimo umore, come se Refn ci avesse preso in giro di nuovo, promettendo un horror solido e inedito e invece presentandosi con un ibrido tra videoclip e installazione in cui celebra il suo talento.

In uscita l'8 giugno, The Neon Demon è distribuito in Italia da Koch Media. Qui ne potete vedere il trailer.

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