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The Master - La nostra recensione

L'atteso film di Paul Thomas Anderson ispirato al leader di Scientology

The Master recensione

04.01.2013 - Autore: Ludovica Sanfelice
Paul Thomas Anderson ha deciso di girare la storia ipnotica della relazione tra Lancaster Dodd, leader carismatico di una setta che prospera sulle rovine psicologiche della Seconda Guerra Mondiale, e Freddie, un marinaio reduce, randagio, solo, ignorante e alcolizzato. Il primo arruola il secondo per farne il suo discepolo, la sua cavia addirittura, con l’ambizione di domare il suo spirito selvatico e animale, che per ciò che professa può essere fiaccato e ricondotto all’ordine, correggendo nella morsa della ricerca della perfezione trilioni di anni di errori e debolezze. Il secondo non ha molto da perdere, pensa, ed esplora perciò la possibilità di affidarsi ad una qualche guida, casualmente capitata sulla sua strada. Il primo vuole muoversi nella sfera del dominio. Il secondo sfida le correnti rassegnato in cuor suo ad un approdo nella follia.

The Master Joaquin Phoenix

Anderson, da sempre affascinato dai profeti, dalla manipolazione e dalla dipendenza psicologica che emergono in tutta la sua filmografia, osserva l’acqua agitata dalle eliche a poppavia: una zona vorticosa, insidiosa a e violenta in cui la volontà si annichilisce e la libertà del mare viene inghiottita. Qui si annidano l’esercizio del controllo e l’abdicazione, qui si confondono la paura più sconsolante e l’illusione di una consolazione.

Il canto della sirena, nella visione ammaliante, felpata, imprevedibile e composta che Anderson costruisce, ha i colori della sabbia e del mare continuamente richiamati stilisticamente nella fotografia e nelle scenografie. E ha il suono liturgico e in sordina della parola nuda, cullato a intermittenza dai suoni liquidi di una ninna nanna.

Così il film irretisce in quella tensione tra allerta e conforto, tra schiaffo e abbraccio, tagliando gli ancoraggi che vorrebbero tanto trattenerlo in un ritratto ambiguo della Chiesa di Scientology da cui il discorso prende senz’altro la rincorsa per tuffarsi però verso i fondali più torbidi delle pulsioni e delle dipendenze emotive e psicologiche, mettendo alla destra del padre (la moglie di Dodd intepretata da Amy Adams) quel cinismo che prenderà il sopravvento e si farà tirannia.

The Master

Sullo schermo lo scontro è tra titani. Philip Seymour Hoffman è immenso nel ruolo del profeta abbagliato e indebolito dal suo stesso Credo, ma è Joaquin Phoenix il vero Master. La sua prova è dolorosa e molto fisica e punta il suo equilibrio nello spigolo in una postura viziata, ricurva sui reni e ossidata nelle scapole. Come il drago che Dodd intende prendere al laccio per poi insegnargli a soffiare a comando. Ma chi ha davvero bisogno di chi? Perché ci autocondanniamo alla schiavitù di comandare o essere comandati? Forse perché la libertà, come una donna nuda modellata nella sabbia, non puoi possederla. Se però sei il più coraggioso tra gli uomini, potrai - questo sì - almeno sognarla e contemplarla.

The Master è distribuito in Italia da Lucky Red
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