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The Founder - La nostra recensione

L'inizio della leggenda di McDonald's e dell'espansione del Fast Food in un film amaro e intrigante, forse incapace di superare i propri confini.

16.01.2017 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Non è banale oggi parlare di Sogno Americano senza scantonare in analisi sociologiche e culturali o approfittare di figure retoriche e stereotipi moderni, né vale la pena di definirlo per l'ennesima volta un incubo, pur senza far riferimento a eventuali derive politiche… Ma ai tempi in cui si svolge l'azione di The Founder di John Lee Hancock (The Blind Side, Saving Mr. Banks) la questione era di tutt'altro spessore, e attualità. E qui risiede molto dell'interesse della storia, nel suo raccontare la nostra Storia attraverso quella di un Impero che tutti noi abbiamo vissuto e visto crescere, e che ci siamo abituati a considerare a partire dalla sua realizzazione.



Eppure c'è stato un momento in cui McDonald's non era un brand di livello internazionale, né era stato profeta dell'espansione del Fast Food nel mondo, ma solo il cognome di una coppia di fratelli (Nick Offerman e John Carroll Lynch) piuttosto restii all'idea di franchise e convinti di aver già realizzato il proprio Sogno. Ma la maiuscola che abbiamo scelto non è casuale, e i precedenti ci insegnano che per sua natura questa brama di successo è destinata a divorare tutto, anche se stessa, anche i principi e i desideri che la alimentano nel suo svilupparsi… Come accade anche nella vicenda del Ray Kroc di Michael Keaton.

[PRIMA DI THE FOUNDER: MCDONALD'S AL CINEMA, UNA STORIA D'AMORE]

Comune e unico, 'determinato' e subdolo, Keaton è il solito piccolo uomo, patetico e frustrato, convinto di potercela fare da una retorica che spinge a confondere miraggi con raggiri, visioni con scorciatoie, ma che ha la fortuna di imbattersi in figure d'altri tempi, realizzate e felici di fare al meglio quel che amano e sanno fare… Animali protetti, al giorno d'oggi, ma senza i quali - e la loro estinzione - non si potrebbero glorificare i Ray Kroc, leggende della libera iniziativa, a prescindere.



Ma al netto dell'amaro in bocca con cui ci si ritrova dopo aver affibbiato i primi succulenti morsi al pasto offertoci da Hancock, non è l'anima nera nella quale specchiarci o la stereotipata conferma della disumanità capitalista a lasciarci un vago senso di insoddisfazione. È il film in sé a non 'riempire', una volta esaurita la pur interessante cronaca e la storia dell'idea rivoluzionaria di cui sopra o incasellati i vari topos delle opportunità da sfruttare, della costanza sul lavoro e della famiglia come fondamenta del Paese…


The Founder, in sala dal 12 gennaio 2017, è distribuito da Videa