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The American - La nostra recensione

L'ottimo George Clooney in un'opera su cui è davvero difficile dare un giudizio definitivo: un film a tratti affascinante, ma anche notevolmente ingenuo nella sua semplicità

The American - Thekla Reuten e George Clooney

10.09.2010 - Autore: Adriano Ercolani
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Ogni tanto capita di vedere dei film che non sembrano appartenere al periodo in cui sono stati realizzati. “The American", seconda regia cinematografica del fotografo Anton Corbijn dopo il fortunato “Control” é senza dubbio uno di questi: nell’evidente stilizzazione con cui è stato concepito e realizzato, questo thriller dall’atmosfera rarefatta rimanda direttamente a un’idea di cinema passata, in cui il ritmo della narrazione e la tensione interna alle scene erano costruiti con tempi molto più dilatati ed era proprio questa caratteristica a costituire poi la forza interna al lavoro.

Tale scelta estetica è senza dubbio il punto di forza di questo lungometraggio che a livello puramente visivo sfrutta molto bene l’ambientazione – Sulmona e Castel del Monte in particolare – per costruire un’atmosfera sospesa, che accentua in maniera del tutto coerente il senso di spaesamento e di indeterminatezza del protagonista. L’occhio da fotografo di Corbijn si dimostra i questo caso prezioso ed accurate nel costruire piccoli quadri di semplicità rurale, adatti all’idea primaria della messa in scena.

Recensione The American George Clooney e Violante Placido

Dove il film purtroppo pecca è a livello di sceneggiatura, eccessivamente schematica nello svolgimento e totalmente retorica nella figura della “buona coscienza” di George Clooney, il parroco del paesino interpretato da Paolo Bonacelli. In quanto abbastanza inutile al fine puramente narrativo, questo personaggio avrebbe necessitato di una delineazione molto più precisa per evitare di diventare un luogo comune a questo genere di pellicole. Per quanto riguarda la prova degli attori, George Clooney dimostra ancora una volta di essere a proprio agio anche in ruoli che richiedono una recitazione che lavora in sottrazione invece di tendere all’istrionismo. Il suo volto ormai non più giovane e la sua fisicità trattenuta sono ben calzanti per il ruolo. Sufficientemente pertinenti alla fine risultano anche gli attori nostrani che fungono da comprimari, e questa è sena dubbio una nota lieta.

Recensione The American George Clooney e Filippo Timi

In conclusione, “The American” si presenta come un’opera su cui è davvero difficile dare un giudizio definitivo: notevolmente ingenuo nella sua semplicità ed in alcune soluzioni narrative, il film però possiede anche un suo indubitabile fascino estetico, soprattutto per chi continua ad amare un cinema più raffinato, che più o meno consapevolmente si dissocia dal ritmo sincopato che oggi viene richiesto ad un genere come il thriller, troppo spesso a scapito di atmosfera e delineazione delle psicologie. Il film di Corbijn, pur non riuscendoci del tutto, prova a recuperare proprio questo, e ciò è da solo un motivo di merito.

"The American" è distribuito nei nostri cinema dalla Universal Pictures

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