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Tempo instabile con probabili schiarite - La nostra recensione

Gioie e dolori della provincia di stampo bonario nel film di apertura del Festival pugliese
   

Tempo instabile con probabili schiarite 

Tempo instabile con probabili schiarite 

22.03.2015 - Autore: Alessia Laudati
Vizi e virtù dell’Italia contemporanea aprono il Bari International Film Festival. La domanda però sorge spontanea. Il cinema, nonostante le molte commedie sul tema, ha ancora qualcosa da mostrare sulle debolezze e sugli eventuali pregi di un paese spesso raffigurato attraverso l’assenza dello Stato e in piena trasformazione sociale?
 
La risposta è affermativa perché Tempo Instabile con probabili schiarite di Marco Pontecorvo, pur possedendo alcune fragilità, sdolcinatezza dei toni, un certo buonismo patinato e la ricerca esasperata del lieto fine, non finisce per arenarsi nella rappresentazione stilizzata dei mali di una cittadina marchigiana al confine con la Romagna. Merito dell’ambientazione, qui declinata in salsa paesana, la provincia bonaria e italiota, e dei caratteri principali, una scapestrata brigata di personaggi, diversi per età e profili professionali, che vanno a costituire un’atipica raffigurazione dei rapporti tra coetanei e consanguinei in umore maschile e in pieno scontro generazionale. C’è ancora spazio, sembra chiedersi il film, per un senso del Noi, oppure nell’Italia di oggi bisogna cominciare a rassegnarsi alla precarietà dell’Io? Su questo tema i due protagonisti, Luca Zingaretti e Lillo, sono portatori sani di due idee di mondo diametralmente opposte e divisi dalla fortuita scoperta del petrolio all’interno del proprio terreno. 
 
Individualismo contro collettività, capitalismo versus comunismo, lealtà e scorrettezza, e, allargando la lente sul profilo sociologico, il bene comune o l’interesse esclusivamente personale. In TIPS, i caratteri sperimentano, da un lato la voglia di provare nuove strade, dall’altra il forte senso della tradizione che a volte si regge su premesse eccessivamente fragili o usurate, bloccando così ogni possibilità di progresso. Nell’amicizia burrascosa tra i due, diversi sentimenti e ideologie si scontrano, in un continuo rimescolamento dei ruoli e delle posizioni. É questo il dinamismo che dà ritmo al film, sostenuto anche da una scelta registica che omaggia i valori epici dei fumetti manga e che finisce, pur rimanendo nel solco della commedia, con il raccontare gli eroismi quotidiani con estrema pacatezza. Sì perché come giustamente sembra suggerire Pontecorvo, nel paese di oggi, tutto sta velocemente perdendo i contorni certi che aveva un tempo.

Però al processo di cambiamento, non sempre positivo, e sul quale vigilia un John Turturro nel ruolo evanescente di un novello deus ex machina, sopravvivono soprattutto le relazioni famigliari e amicali. Su queste ultime si concentra il film, a volte con mano caramellosa, a volte con estrema capacità di restituirne un ritratto reale, ma in ogni modo con mano ferma nell’eleggerle come uniche soluzioni stabili a un mondo che diventa sempre più precario e traballante.