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Tanguy

Tanguy

Tanguy

15.03.2002 - Autore: Ludovica Rampoldi
Un film di Etienne Chatiliez Con Sabine Azéma, André Dussollier, Eric Berger, Hélène Duc     Nasce un bel bambino e listinto della madre è quello di dire a cuore aperto se vuoi puoi rimenare con noi per sempre. Passano gli anni e il neonato, preso linvito alla lettera, si tramuta in un ventottenne viziato che non ne vuole sapere di andarsene dalla casa dei genitori. Tanguy è brillante, ha due lauree, parla correntemente cinese e giapponese, è fastidiosamente intelligente e saputello. Usa la casa come un albergo, porta a casa le sue conquiste sessuali, si fa schermo con degli insopportabili proverbi cinesi e si rivolge ai genitori con un disarmante ti voglio bene mammina. Ma la mammina in questione finisce per odiarlo, questo uomo pieno di soldi e di cultura che si sente perso fuori dalla casa dei genitori, al punto di farsi ricoverare in ospedale per attacchi di panico dopo la prima notte passata fuori. Esasperati, mammina e papino iniziano contro il figlio sanguisuga una guerra esilarante a colpi bassi pur di disgustarlo e costringerlo a fare i bagagli.   Questo è lo spunto di Tanguy, un film brillante come il suo protagonista e molto, molto divertente. La commedia di Chatiliez (già autore del pluripremiato La vita è un lungo fiume tranquillo) prende spunto da un fatto di cronaca italiano, un figlio che fa causa alla madre dopo che questa lo aveva cacciato di casa e aveva cambiato la serratura. Il risultato è una commedia lieve e corrosiva che strappa molte risate intorno a un tema molto attuale, specialmente in Italia dove la schiera dei Tanguy è foltissima e irriducibile. Grandiosa è laccoppiata dei genitori, Sabine Azéma e André Dussollier, attori molto bravi e affiatati. Sullo sfondo, una nonna grottesca e saccente che cita serafica: Uno che nasce con due settimane di ritardo non se ne andrà mai di casa.