NOTIZIE

Storia di una ladra di libri - La nostra recensione

Nazisti e cultura, impossibile non scegliere da che parte stare. Un'altra fatica risparmiata a un film forse troppo bidimensionale.

Storia di una ladra di libri<br>

26.03.2014 - Autore: Mattia Pasquini
L'Olocausto visto dai bambini e' gia' stato raccontato dal cinema, con esiti diversi e mediamente di maggior drammaticita', ma - pur esulando da quello, a livello tematico - non si puo' comunque dire troppo male di questo The Book Thief - Storia di una ladra di libri, il film di Brian Percival (Downton Abbey) ispirato al 'La bambina che salvava i libri' di Markus Zusak. Probabilmente l'adattatamento di Michael Petroni e' una delle cose migliori che abbia fatto lo sceneggiatore dopo The Dangerous Lives of Altar Boys del 2002, nonostante un mood generale da sceneggiato che sembra seguire un sentimentalismo ultimamente piuttosto in voga.

Gia' la scelta di un narratore molto particolare potrebbe far risuonare qualche campanello d'allarme in tal senso, ma in fondo anche questo era nel testo originario, non esente dalle critiche che si potrebbero rivolgere alla sua trasposizione cinematografica. La piccola Liesel resta, ovviamente, la protagonista principale, ma molto del suo rapporto con il mondo circostante e i libri stessi sembra esser stato ritoccato (anche asciugandolo), pur senza stravolgerne il tono.



La ripresa iniziale, oltre a ventilare delle aspettative fuori luogo, prelude a un racconto piuttosto semplice dal punto di vista visivo, nel montaggio e nella narrazione, spesso affidata alla voce 'off' di cui si diceva. E mette le basi per una storia che sembra - a posteriori - fortemente segnata dal rapporto della protagonista con gli 'uomini' della propria vita: il fratellino, il compagno Max, il padre adottivo Hans, l'ebreo Max. Su di loro - comprensibilmente, per certi versi - si concentra un'attenzione che a tratti, e alla bisogna, si vorrebbe spostare su temi piu' universali, senza pero' lasciare il tempo allo spettatore di esser coinvolto o emozionato.

Molto e' affidato al generale e istintivo stato d'animo di chi guarda, soprattutto nella creazione di una empatia per la quale non bastano gli escamotage disseminati (la location di Heaven Street, le difficolta' iniziali di Liesel, il Vostra Maesta' di un Geoffrey Rush sempre meritevole, la passione di Rudy per Jesse Owens, i rastrellamenti e la discriminazione, la ripresa effettata degli 'zombi' ebrei, l'immancabile rogo di libri). Alla fine i momenti piu' veri e nei quali questo film potrebbe riuscire a esser ricordato tra gli altri sono probabilmente i diversi esempi di coscrizione vissuti dai personaggi di contorno e la spigolosa Rosa Hubermann di Emily Watson.



Una ennesima dimostrazione di quanto sia difficile non scivolare nel gia' visto parlando di bambini e dementi esaltati, anche se quella del didascalismo sembra essere una scelta alla radice (oltre che una fedelta' letteraria), dai momenti dedicati al rapporto con scrittura e libri fino alla sottolineatura delle somiglianze con il nuovo arrivato, sradicato ed escluso. 'Nessuno vive per sempre' e 'La vita non fa promesse', d'altronde, sono le emblematiche frasi che incorniciano le due ore di film, 'inutile agitarsi'.

Storia di una ladra di libri e' distribuito da 20th Century Fox a partire dal 27 marzo 2014.