NOTIZIE

Sotto una buona stella – La nostra recensione

Verdone racconta uno scontro generazionale nella Roma di oggi

Sotto una buona stella

14.02.2014 - Autore: Alessia Laudati
La ricerca dell’affettività secondo Carlo Verdone nell’ultima commedia sentimentale del regista romano. Sotto una buona stella misura la temperatura delle relazioni padre-figli, e non solo, nell’Italia contemporanea. Nei panni di un capofamiglia che perde lavoro, status quo e fidanzata, c’è l’alter ego in celluloide di Verdone, Federico Picchioni, personaggio che acquista consapevolezza sulla necessità di riscoprire un ruolo paterno fondamentale nell’orientare lo spirito di una generazione confusa di prole e genitori.



Lia (Tea Falco) e Niccolò (Lorenzo Richelmy), portano il peso, ma anche l’ironia, di rappresentare la jeunesse dorée del Belpaese. Compito non leggero se i padri sono assenti, la multiculturalità è fonte di enormi fraintendimenti e le figure che dovrebbero essere di riferimento urlano invece di ascoltare. Ne emerge un ritratto tenero, appassionato e corale, che indaga la paternità e si allarga con curiosità a osservare gli adulti di domani: esseri persi in un mondo sfasciato che i più grandi hanno consegnato loro, non senza una qualche responsabilità conclamata.



Di impianto teatrale, lento nel ritmo ma affetto da una recitazione spesso enfatica, Sotto una buona stella è un ritratto pulito, comico e veritiero della solitudine perpetuata nella città della grande bellezza, che non cede al dramma e si illumina dello humor personalissimo dell’istrionica Paola Cortellesi. Una buona prova che ha il pregio di descrivere con comicità il delicato tema della perdita e del desiderio di abbraccio con il prossimo.

In uscita il 13 febbraio, Sotto una buona stella è distribuito da Filmauro.