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"Sotto la sabbia"

"Sotto la sabbia"

sotto la sabbia

24.04.2001 - Autore: Serena Valeri
Marie e Jean sono una coppia sulla cinquantina, ormai sposata da venticinque anni. Arrivata lestate, come dabitudine, raggiungono la loro casa nelle Lande. Dopo il viaggio, e il dovuto riposo, si preparano per andare in spiaggia. Il mare è piuttosto calmo, e il sole, piacevole sulla pelle di Marie (Charlotte Rampling), la fa addormentare, mentre il marito è in mare per un bagno. Al suo risveglio si accorge che Jean (Bruno Cremer) non è ancora tornato, lo cerca, chiede ai pochi bagnanti, ma nessuno lo ha visto. Alla fine si decide a chiamare i soccorsi. Il corpo non si trova. I dubbi la assalgono: annegato, suicidato o solo sparito? Marie torna a Parigi, ricomincia una vita normale, fatta di cene con gli amici e di lavoro, ma lo fa con suo marito. Lo vede e lo sente, non riesce ad elaborare il lutto, la situazione è aggravata dallassenza del corpo. Le consigliano uno psicologo da cui lei si rifiuta di andare, la credono pazza. Marie è una bella donna, e non tarda a trovare un uomo che la corteggia: Vincent (Jacques Nolot). Lei cede alle sue attenzioni, non è certo il tipo duomo che potrebbe minare la figura di Jean, è felice, si sente di nuovo una donna. Rientrata a casa le viene comunicato che il corpo è stato finalmente trovato. Arriva il momento di fare i conti con la realtà, e Marie smette di vedere il fantasma di suo marito, che a sua insaputa prendeva degli antidepressivi. Solo dopo qualche giorno si decide a riconoscere quel che rimane del cadavere. E lui, ma lei nega che lo sia.   Commento Accade che, sugli schermi, lamore a cinquanta anni è un tabù. Il primo merito al regista (François Ozon) è proprio quello di avere riscattato, dagli stereotipi cinematografici, limmagine della sessualità di una donna matura. Il soggetto del film parte da un ricordo dinfanzia del regista, rappresentato dalla vicenda iniziale: una morte inaspettata in mare, e la mancanza di un corpo. La creazione del personaggio interpretato da Charlotte Rampling è stato costruito in fasi successive, quando già si stava girando, e laiuto di Emmanuelle Bernheim è servito a Ozon per purificare il personaggio, renderlo più reale. Una sorta di improvvisazione è stato anche il fantasma di Jean, che nella sceneggiatura iniziale, non era previsto. Questo tipo di costruzione, reso con una sapiente ed adeguata regia e frutto di una scelta estetica precisa, molto diversa dalla produzione precedente (si pensi a Gocce dacqua su pietre roventidel 1999), crea nello spettatore continui dubbi e quesiti. Non si distingue se Jean sia un uomo o una proiezione della fantasia. Gli attori sono straordinari, ma la Rampling è il perno di tutto il film, e la sua misuratissima recitazione lo rende ancora più drammatico. Il dolore della perdita è lucidamente folle, incomprensibile, quasi surreale: non cè spazio per le lacrime, se non nellultima scena su quella stessa spiaggia. Tutto è molto curato, non ce una pausa morta e la costruzione è elegante, come lo sono anche molte scene. Di notevole bellezza il contrappunto musicale reso da September, che sottolinea e fa da raccordo tra la rinascita sensuale di Marie e lannuncio del ritrovamento del corpo.   In sintesi Inizialmente un po lento, ma funzionale al plot, il film lancia indizi ed interessanti spunti. Intelligente, e fortunatamente non scontato, dal finale irrisolto (che potrebbe infastidire).   Il giudizio Ottima costruzione. Onesto ed elegante.  
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