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Sils Maria - La recensione in anteprima

Un Eva contro Eva multiplo, metainterpretato da Kristen Stewart e Juliette Binoche

10.10.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Le cronache raccontano sia stata la stessa Juliette Binoche a proporre a Olivier Assayas l'idea alla base di questo Sils Maria; naturale che il regista francese non abbia potuto esimersi dal ricambiare la 'cortesia' con uno script e una direzione particolarmente centripete. Al centro, ovviamente, la presenza e l'interpretazione dell'attrice Premio Oscar nel 1997 (Il paziente inglese), da lui diretta gia' in Ore d'estate (2008).

Un personaggio molto sentito, sicuramente, e un problema vicino all'essere 'personale' che trovano espressione nel racconto dell'attrice dal grande passato costretta a confrontarsi con la propria eta' e con la nuova percezione che il mondo ha di lei, ma soprattutto con la concorrenza e l'impietoso scorrere del tempo che la relegano a ruoli lontani da quelli desiderati e ad una consapevolezza sgradevole. Un isolamento artistico ed esistenziale forzato, in qualche maniera, che ha la sua rappresentazione nella seconda parte - chiave - del racconto, quando ci si sposta sulle Alpi Retiche occidentali. Eppure nella storia della fragilita' e dell'incostanza della sua Maria Enders la splendida Juliette non e' sola.



Specchio e nemesi di questa 'Eva' sono due giovani attrici dalla storia molto diversa: Kristen Stewart (Valentine, l'assistente e ufficio stampa della Enders) e Chloe Grace Moretz (la nuova promessa del grande schermo Jo-Anne Ellis). Per quanto scelta in sostituzione di Mia Wasikowska, inzialmente ingaggiata dalla produzione, l'ex Bella di Twilight si conferma infatti ancora una volta - dopo lo Still Alice visto a Toronto e atteso a Roma - capace di prove molto diverse tra loro e caratterizzazioni comunicative, mentre la ragazza prodigio di Blood Story e Kick Ass continua a non convincere, soprattutto nella scelta dei suoi ruoli.

Non a caso e' la parte centrale quella piu' solida, piu' ricca di tensione e ambiguita', reali e non evidenziate in maniera didascalica da giochi di ruolo e meta-teatralita' varie… Quella in cui i duetti tra Stewart e Binoche rendono percepibile il profondo sommerso dell'interprete dietro (o dentro) il personaggio. Ed e' proprio la piu' giovane delle due a sostenere a lungo il film, 'tirando la volata' a una Juliette Binoche in gran forma, ma che emerge alla distanza, dopo aver fatto sorgere piu' di un dubbio sulla volontarieta' o meno di certe rigidita' e forzature dell'interpretazione resa.



Ammiccamenti all'ambiente cinematografico (sia nella rappresentazione dei vari profili, ben noti ai protagonisti, sia nelle frecciatine alla stampa, italiana e spagnola soprattutto, non francese), velato sarcasmo (la Moretz versione 'Marvel' in 3d che parla di Scarlett Witch) e riferimenti reali (a Harrison Ford, per esempio) fanno parte di un contorno piu' coloristico che contestuale. Piu' interessante il gioco con la fisicita' e la sessualita' delle due attrici, di volta in volta 'nascoste' ed 'esibite', e il costante ruotare intorno alla falsita' - dovuta e temuta - connaturata al mondo di cui si parla. Una onesta' che a tratti sembra mancare anche sullo schermo, per eccessi di drammatizzazione e di montaggio, ma che riemerge mano mano che il confronto diventa piu' personale, almeno fino al colpo di scena del passo del Maloja.


Sils Maria, in uscita il 6 novembre, e' distribuito da Good Films