NOTIZIE

Run All Night - Una notte per sopravvivere - La recensione in anteprima

Jaume Collet-Serra eclissa Liam Neeson e conferma le impressioni lasciate dal precedente Non-Stop

23.03.2015 - Autore: Mattia Pasquini
Dopo la sfida di Non-Stop, vinta a livello registico con un'abile gestione di uno spazio tanto claustrofobico e limitato, il catalano Jaume Collet-Serra porta Liam Neeson sul campo, nelle strade di quella che lui stesso definisce una città protagonista e personaggio essa stessa, New York. E la storia si ripete, pur con qualche distinguo e considerazione. Il rapporto con quello che - fino a prossima smentita o a forzata separazione (magari per la realizzazione del tanto annunciato remake di Akira) - non possiamo che definire il suo attore feticcio, al terzo film consecutivo insieme, non offre grandi soprese e sicuramente garantisce il risultato che ci si aspettava, ma per fortuna stavolta c'è di più.



Una capacità di cambiare registro in corsa, soprattutto, e di sfruttare diverse tecniche di regia, in una commistione che alle riprese più tradizionali intervalla in maniera - anche smaccata, ma non vana o invadente - inserti in digitale e un montaggio molto ritmato. E lo stesso film, coerentemente, segue. Passando, dopo un inizio 'Neeson-centrico' ormai divenuto classico, dal crime movie di ambientazione mafiosa (qui sono gli irlandesi però, con uno splendido Ed Harris come Boss) allo scontro generazionale con Joel 'Robocop' Kinnaman nella parte del figlio da riconquistare, ma senza limitarsi al chase movie sparatutto mostrato dalla macchina promozionale e svelando le venature più dark e interessanti di una piuttosto convenzionale storia di redenzione e legami.



Una faida familiare, in definitiva, e su diversi livelli, più che il solito action di Liam Neeson, che sorprende via via nello svilupparsi dell'intreccio e con discrete sequenze (ciliegina sulla torta, come il combattimento nella toilette dell'aereo nel precedente già citato), ma che come allora sconta qualche debolezza. Non tanto nell'assenza di vere e proprie sorprese, accantonate in funzione dell'effetto countdown da 'tutto in una notte' (per altro non particolarmente efficace nel creare pathos), quanto più nell'epilogo della vicenda. Una concessione quasi stucchevole che - seppur meno che in Non-Stop - lascia una impressione di superfluo e stempera la tensione accumulata da un film che per quanto spesso non riesca a spingersi troppo 'in profondità', sa compensare con mestiere e buone trovate che non fanno rimpiangere il tempo dedicatogli.


Run All Night, in sala dal 30 aprile, è distribuito da Warner Bros.