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Recensione: Valerian e la città dei mille pianeti, l'ambizioso e spettacolare film di Luc Besson

Meraviglia visiva, grande ritmo e trovate: Luc Besson distilla tutto il suo amore per il fantastico e il fumetto in due ore di spettacolo senza precedenti

Valerian e la città dei mille pianeti

22.09.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
Stupire sempre e comunque, dal primo all'ultimo minuto. Bombardare il cervello dello spettatore con un tale sovraccarico di immagini memorabili da sfinirlo fisicamente. Valerian e la città dei mille pianeti, ultima fatica di Luc Besson, fa tutto questo e sembra durare molto più delle sue effettive due ore. E ambisce a essere la cosa più incredibile vista in ambito space opera negli ultimi anni, riuscendoci in buona parte.

 
La storia, presa dalle pagine della saga a fumetti Valérian et Laureline, una serie francese molto popolare creata da Pierre Christin e Jean-Claude Mézières, è quasi ininfluente. Vede i due protagonisti (Dane DeHaan e Cara Delevingne), agenti di un corpo di polizia interplanetario, indagare su una cospirazione all'interno della gigantesca stazione spaziale Alpha, detta “La città dei mille pianeti” in quanto ospita migliaia di specie provenienti da tutto l'universo in pacifica convivenza. Ma è un plot molto prevedibile, si capisce immediatamente dove andrà a parare e chi sono i misteriosi cattivi della vicenda. E, in fondo, interessa davvero poco. Ma non è un problema.
 
Perché il cinema è fatto principalmente di suggestioni visive, narra per immagini e, se ben costruito, riesce a nascondere un plot non molto originale. Besson lo fa, e lo fa alla grande, mettendo in scena uno spettacolo pieno di idee straordinarie, in cui l'inventiva non cede mai il passo al già visto (tranne che nel finale). In cui gli effetti speciali si amalgamano alla perfezione con il girato live action: le creature di questo film, tutte realizzate in computer graphic con il motion capture, sono qualcosa di mai visto prima in termini di texture e definizione. Fanno vergognare persino i Na'vi di James Cameron (anche se, va detto, Avatar è uscito nel 2009, un'eternità in termini tecnologici). Gli alieni di Valerian sembrano veri e tangibili. Ma non sono la sola attrattiva del film.

 
A metà di Valerian c'è una sequenza strabiliante in cui il protagonista attraversa letteralmente la stazione spaziale da un lato all'altro, sfondando i muri e muovendosi in tutti i suoi ambienti accuratamente progettati, dalle zone riservate alle specie umanoidi a quelle subacquee. Ma non è neppure la migliore scena del film, che si apre con una sorta di prologo alla Bond in cui Valerian e Laureline devono eseguire una missione su un pianeta desertico (che sembra uscito dalla fantasia di Moebius), all'interno di un mercato situato in un piano di esistenza parallelo. Vediamo Valerian agire e muoversi in entrambi i piani, mentre Laureline lo può aiutare solo in uno dei due. Un'idea fantastica che si fa anche metafora dello spettacolo cinematografico. Ancora prima di questa scena, c'è un altro prologo nel quale scopriamo come la Stazione Spaziale Internazionale si sia gradualmente trasformata in Alpha nel corso dei secoli. È una sequenza (interpretata da una serie di registi francesi come Louis Leterrier, Benoit Jacquot e Olivier Megaton) che contiene tutto l'ottimismo della migliore science fiction utopica, un'ode al lato migliore dell'umanità e un messaggio di pace e convivenza in tempi difficili.
 
Besson ha anche messo insieme un cast interessante: DeHaan sembra un po' fuori parte nel ruolo dell'avventuriero sciupafemmine, ma fa comunque del suo meglio e finisce per conquistare. Cara Delevingne mostra decisi segni di miglioramento rispetto a Suicide Squad, ed è talmente bella da essere la perfetta incarnazione di un'eroina da fumetto. In ruoli minori troviamo anche un divertito Ethan Hawke, Rihanna e Rutger Hauer (praticamente un cameo). Clive Owen è perfetto nel ruolo del viscido comandante militare che dà gli ordini ai due protagonisti.

 
Ci si alza dalla poltrona con la sensazione di aver fatto una piccola indigestione, ed è indubbio che il film sia stato pensato all'insegna dell'accumulo sfrenato. L'opulente budget (197 milioni di euro) è stato sfruttato fino all'ultimo centesimo. È un peccato che il film si chiuda con un terzo atto un po' noioso, in cui, dopo due ore di meraviglia visiva, tutto si risolve in uno stallo da film poliziesco piuttosto banale, e in altrettanto banali messaggi sull'amore come forza motrice del cosmo. Ma a un film così gigantesco e ambizioso si perdona tutto.
 
Valerian e la città dei mille pianeti è distribuito in Italia da 01.