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Recensione: Ammore e malavita, il travolgente action musical dei Manetti

I Manetti Bros. firmano forse la loro opera migliore, un'ode a Napoli fatta di musica, amore e azione

Ammore e malavita

06.09.2017 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
I Manetti Bros. hanno sempre giocato con il genere, ma stavolta hanno superato loro stessi mescolandone due. Ammore e malavita è un action musical ambientato a Napoli, dove i registi romani tornano dopo Song 'e Napule. Ma i due film, pur essendo entrambi legati alla musica napoletana e agli stilemi del poliziesco, sono piuttosto diversi. Dove Song 'e Napule era una commedia leggera e semplice, Ammore e malavita è invece un film lungo, giocato su diversi registri e decisamente più ambizioso.
 
La storia di Ammore e malavita è quella di Ciro (Giampaolo Morelli), killer super-addestrato della Camorra che disubbidisce agli ordini del suo boss, Don Vincenzo (Carlo Buccirosso), quando questi gli ordina di uccidere un'infermiera, Fatima (Serena Rossi), testimone del fatto che Don Vincenzo, che ha simulato la sua morte è in realtà ancora vivo. Dopo aver salvato Fatima, Ciro è costretto a fuggire e difendersi dagli attacchi dei suoi ex compari e di Rosario (Raiz), il suo migliore amico.
 
Ammore e malavita infila una serie di numeri musicali ben realizzati, spesso con coreografie minimali ma con melodie accattivanti e testi esilaranti. La commedia è ben scritta e ben servita da interpreti in gran forma. L'alchimia tra Morelli (uno dei pochi eroi tutto d'un pezzo convincenti in Italia; speriamo che gli vengano affidati più ruoli d'azione) e la Rossi è palpabile, così come quella tra Buccirosso e Claudia Gerini, che interpreta la moglie del boss. Quest'ultima è il vero asso del film: riesce a produrre un convincente accento napoletano e ce la mette tutta, costruendo un personaggio sopra le righe ma memorabile. E arriva persino a fare una spaccata.
 
I limiti del film sono quelli di molte opere dei Manetti, ovvero la loro perizia tecnica non sempre all'altezza delle loro idee. Il reparto azione è un po' migliorato qui, rispetto a Song 'e Napule, ma la fotografia e il montaggio sono piuttosto approssimativi. Soprattutto nel finale, che si tinge di “caper movie”, un genere che andrebbe toccato solo da chi conosce a menadito la grammatica della narrazione.
 
Resta un film con grandissimo cuore, con battute e personaggi che entrano in testa, così come le canzoni. I Manetti hanno forse realizzato il loro film migliore.
 
In uscita il 5 ottobre, Ammore e malavita sarà distribuito da 01.