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Quella sera dorata - La nostra recensione

James Ivory torna con un film corale e immerge lo spettatore in una dimensione rarefatta, malinconica ma vitale

The city of your final destination

08.10.2010 - Autore: Ludovica Sanfelice
Omar Razaghi (Omar Metwally) è un giovane dottorando di origine iraniana cui la Columbia University ha assegnato una borsa di studio vincolata alla stesura della biografia ufficiale di Jules Gund, scrittore sudamericano morto suicida dopo aver pubblicato un unico romanzo di successo. Si tratta di un incarico prestigioso ma, a sorpresa, la Fondazione Gund nega a Omar l’autorizzazione a procedere nelle sue ricerche.

Su suggerimento della tenace fidanzata Deirdre (Alexandra Maria Lara) e forse anche per sfuggire al suo controllo, Omar si fa quindi coraggio e, per tentare di convincere gli eredi dell’autore a cambiare idea, parte alla volta di Ochos Rios, in Uruguay, dove la vedova (Laura Linney), il fratello (Anthony Hopkins) e l’ultima amante di Gund (Charlotte Gainsbourg), vivono tutti insieme in una proprietà remota e fatiscente. L’intrusione inattesa ma gentile di Omar sconvolgerà il traballante equilibrio del clan, risveglierà i desideri, i segreti, e le necessità del gruppo e offrirà al protagonista qualcosa di più della possibilità di compilare una biografia autorizzata. Il ricordo dello scrittore scomparso andrà riducendosi ad un pretesto  e questo posto sospeso nel tempo e nella giungla insieme all’insolito menage diventeranno la nuova meta.

Alexandra Maria Lara in Quella sera dorata

Quella sera dorata(in originale The City of Your Final Destination) segna il ritorno dietro la macchina da presa del più europeo dei registi americani, James Ivory, che con questo film, presentato fuori concorso al Festival del Film di Roma, per la prima volta esplora i territori del Sud America attraverso una storia intensa e sottilmente erotica che trae ispirazione dall'omonimo romanzo di Peter Cameron.

Anthony Hopkins in Quella sera dorata

Ancora una volta Ivory adotta il punto di vista di un outsider per osservare e descrivere con un po’ di stupore le relazioni intime che legano il clan dei Gund. Il risultato è un raffinato ed elegante ritratto corale costruito sul carattere malinconico e selvatico dei personaggi e sulla suggestione di un clima tropicale che irretisce e schiaccia grazie ad una fotografia e a una colonna sonora avvolgenti. A tratti la storia sembra disperdersi languidamente nelle sue pieghe e scivola in qualche scena di cui nessuno avrebbe sofferto l’assenza, ma lasciarsi cullare dalla grazia intelligente e rigorosa di Ivory non smette infondo di risultare piacevole. Proprio no.

Laura Linney, nella sua severa e dolorosa alterigia convince davvero, e la Gainsbourg, un po’ randagia, ha sempre un impatto magnetico. Sir Anthony Hopkins colpisce e affonda, come sempre.

La pellicola è distribuita nei cinema dalla Teodora Film

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