NOTIZIE

Quel bravo ragazzo – La nostra recensione

Herbert Ballerina protagonista assoluto al cinema: una prima volta da comicità bonaria ma riuscita

Quel bravo ragazzo

Quel bravo ragazzo

17.11.2016 - Autore: Alessia Laudati (Nexta)
Smorfie, posture goffe, botte, scivoloni e soprattutto tanto candore da vero e proprio ‘rimbambito’ però infinitamente inconsapevole. La comicità di Herbert Ballerina (Luigi Luciano), è soprattutto questa; ed è tutta insieme in Quel bravo ragazzo (cerca la tua sala qui), film che segna l’esordio al cinema da protagonista per Luigi Luciano da quando il comico ha cominciato a lavorare in TV e al cinema all’interno della scuderia ironica che fa capo al più noto Maccio Capatonda (Marcello Macchia).

Già Maccio stesso ha esordito al cinema nel 2015 con Italiano medio, ma lì il comico era sia attore, sia sceneggiatore, sia regista del film. Al contrario Ballerina qui recita ‘solamente’. E facendolo è portatore di una comicità semplice, che racconta la storia di uno stupido chirichetto di provincia, Leone (Herbert Ballerina/Luigi Luciano) buono ma non particolarmente intelligente, che a 35 anni scopre di essere figlio di un boss siciliano morente e di dover così sostituire il padre nella direzione del suo grande impero criminale. 

LEGGI ANCHE: VIDEOINTERVISTA A MACCIO CAPATONDA CHE PARLA DI MARIOTTIDE
 
Solo che non ne è assolutamente capace. Soprattutto perché la sua visione della vita è tutt’altro che criminale. Leone è un puro, non brillante ma assolutamente innocente e nel suo candore ci regala un personaggio riuscito che si aggiunge alla galleria dei Candidi italiani al cinema. Non sono molti; oltre lui c’è per esempio il famoso personaggio interpretato più volte da Checco Zalone.



Nella storia di Quel bravo ragazzo, Leone per esempio non capisce le logiche del pizzo e regala soldi ai cittadini vessati invece di continuare ad opprimerli, ha una maniera di affrontare la realtà che è del tutto semplicistica e questo è l’elemento che nel film crea situazioni paradossali e in parte divertenti. Certo siamo lontani da qualunque volontà di fare della satira sociale; ma non per questo possiamo parlare di satira di serie b.

Perché l’umorismo da slapstick comedy di Ballerina funziona pur non essendo dissacrante e invece rimanendo bonario e rassicurante. Insomma il film di Enrico Lando, volendo collocarlo in un’ipotetica scala di candore comico, si colloca a metà tra quello più sfacciato e spregiudicato di Checco Zalone e quello civil-bonaro di Pif. Certo i poteri forti qui rimangono tutto sommato illesi e la rappresentazione del fenomeno mafioso si ferma alla ridicolizzazione del boss, e lo scopo non è quello dichiarato di neutralizzarne in questo modo la fama sociale, ma Quel bravo ragazzo è comunque un esordio che trova la sua vena autentica seppur parlando ad un pubblico mediamente educato a tali livelli e stili di comicità.

Quel bravo ragazzo è distribuito da Medusa Film. Clicca qui per trovare la sala più vicina e l'orario del tuo spettcolo