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Predestination – La nostra recensione

Ethan Hawke alle prese con la matassa del tempo nel noir fantascientifico dei fratelli Spierig

Predestination

03.07.2015 - Autore: Marco Triolo (Nexta)
I viaggi nel tempo al cinema sono sempre garanzia di grande intrattenimento, se trattati nel modo giusto. Una postilla non da scherzo, perché il rischio, con operazioni come queste, è sempre quello di incartarsi e incappare in errori grossolani che minano la logica del film stesso e dunque la sua credibilità. Una trappola che i fratelli Spierig, registi australiani autori di Undead e Daybreakers, fortunatamente evitano, cadendo però in un'altra, ovvero un colpo di scena che si vede arrivare da chilometri di distanza. Altrettanto fortunatamente, questo non va a intaccare la generale riuscita di un film che ha più di un asso nella manica al di là del semplice ribaltamento di prospettiva tipico di queste pellicole.



Tratto da un racconto di uno dei grandi della fantascienza del secolo scorso, Robert A. Heinlein, Predestination parte da una delle possibili letture del viaggio nel tempo, quella più “realistica” se vogliamo: è impossibile tornare indietro nel tempo e cambiare le cose, perché vuol dire che quel viaggio è già avvenuto e le cose come stanno sono il risultato di esso. Gli Spierig non cercano mai di ingannare questa logica, anzi ci giocano divertendosi e disorientando il lettore con una prima parte ricca di dettagli che diventeranno comprensibili solo nella seconda. I registi decidono altrettanto coraggiosamente di non tradire l'origine letteraria della storia, mettendo in scena un lunghissimo dialogo tra il protagonista, l'agente temporale Ethan Hawke, e un uomo misterioso (interpretato dall'attrice australiana Sarah Snook), che gli racconta la sua toccante storia sotto forma di flashback. Questa porzione occupa una buona metà del film e dona all'opera tutta un ritmo peculiare, insolito e allo stesso tempo un incedere lento e affascinante. Perché quella che sembra “solo” la storia di un cambio di sesso e annessa scoperta della propria identità cela invece un mare di particolari inquietanti che a poco a poco compongono il puzzle finale.

Quando la conversazione finisce, parte una risoluzione che però non si orienta sul linguaggio dell'action, ma su quello del noir. Tanti dialoghi – ma non “spiegoni”, perché le rivelazioni sono molto ben gestite e mai pesanti – e molti tumulti interiori. L'estetica va di pari passo: Predestination assume un tono noir, mescolato a una sci-fi retrò studiata nei minimi particolari. La scelta di piazzare l'invenzione del viaggio nel tempo nel 1981 dona al film un ulteriore livello di mistero e un'aura da realtà parallela che non fa che aumentarne il fascino.



L'unico vero problema è, come si diceva, il colpo di scena che dovrebbe sconvolgerci e cambiare il nostro punto di vista sugli eventi, e che invece è gestito piuttosto male. Gli Spierig sulle prime ci servono pochi indizi, ma a un certo punto perdono ogni sottigliezza e iniziano a sventolarci in faccia un cartello con su scritto il twist narrativo, molto prima di svelarcelo definitivamente. È come se mantenere il segreto non fosse il loro scopo primario, ma purtroppo così si elimina parte del divertimento.

Per fortuna che confezione e scrittura salvano il film e lo rendono un oggetto sui generis molto apprezzabile, specialmente per gli spettatori che amano scervellarsi su questo tipo di paradossi logici. Avranno pane per i loro denti, questo è certo.

Predestination è distribuito in Italia da Notorious Pictures. Qui ne potete vedere il trailer.