NOTIZIE

"Pay it forward, un sogno per domani"

"Pay it forward, un sogno per domani"

Pay it forward

16.03.2001 - Autore: Luca Persiani
Eugene Simonet (Kevin Spacey) è un insegnante di scuola media di Las Vegas dallinfanzia traumatica, coperto da una terribile ustione che gli sfigura il viso e parte del corpo; si è costruito unesistenza fatta di abitudini che lo aiutano a sopportare il peso della sua condizione. Un giorno, nella sua classe, compare il piccolo Trevor (Haley Joel Osment), figlio di Arlene (Helen Hunt), una madre single con doppio lavoro e un serio problema dalcolismo. Quando Eugene da alla classe il compito di trovare unidea che possa cambiare il mondo, Trevor inventa una filosofia chiamata passa il favore: farà a tre persone un grande favore, completamente disinteressato, a patto che ognuno dei beneficiari a sua volta faccia lo stesso con altre tre persone   Il commento Alla sua terza prova cinematografica, la regista Mimi Leder (la serie Tv ER, lavventuroso The Peacemaker, il catastrofico campione di incassi Deep Impact) mette in piedi un particolare, piccolo melodramma piuttosto insolito nel panorama cinematografico americano. Lo spunto di partenza è lidea di una specie di marketing piramidale della bontà, per cui, grazie ad un accordo utilitaristico praticabile e che può essere conveniente per tutti, si può arrivare a modificare concretamente la realtà in meglio. Figura quasi cristologica nella sua semplicità e determinazione, il giovane Trevor ha il compito di proporre alla sua famiglia e alla società unidea scandalosa: lantidoto al cinismo e allindividualismo basato su un sistema di credito rovesciato, dove chi riceve il favore non è in debito con chi lo ha concesso, ma con il mondo intero, nella persona di altri tre individui a sua scelta. Un sistema di redenzione a catena basato sullefficacia di un singolo gesto, più che sulla bontà degli individui. Diventa però quasi subito evidente che passa il favore è più che altro un pretesto per raccontare le piccole storie di tre persone ordinarie, accomunate da ferite profonde (e nel caso del personaggio di Kevin Spacey visibili anche in superficie) e dal desiderio forte ma nascosto di sanarle. Mentre Eugene e Arlene sono entrambi illusi di aver trovato un doloroso equilibrio nella precarietà dellesistenza che conducono, Trevor ha lingenuità e la forza di proporre unevoluzione, lattuazione di un cambiamento che gli adulti non osano affrontare. Il ragazzo riscopre vecchie ferite, ma solo per chiuderle definitivamente, facendosi attivo promotore e primo esempio della necessità di cambiamento. Quello che ne viene fuori è una storia stranamente toccante, nonostante limpianto cinematografico non sia particolarmente interessante (almeno a confronto di grandissimi melodrammi strappalacrime come Le Regole della Casa del Sidro), servita da attori ottimi e perfettamente in parte, da un Kevin Spacey raramente così intenso ad una Ellen Hunt che riesce ad essere totalmente credibile sia come barista sexy che come sfatta madre alcolizzata, ad un Haley Joel Osment (il protagonista di Sesto Senso) sorprendentemente maturo.   In sintesi Un melodramma buono, più che buonista, dal vago sapore messianico ma comunque efficace e commovente, impreziosito dalla performance di un gruppo di ottimi attori.   Il giudizio Piccolo dramma intenso e commovente