NOTIZIE

Pawn Sacrifice - La recensione da Toronto

Intrigante piu' per la storia raccontata che per le scelte operate, il film non demerita

08.09.2014 - Autore: Mattia Pasquini
Chi avesse visto il documentario HBO di qualche anno fa, Bobby Fischer Against the World, sicuramente il thrilling di questo Pawn Sacrifice potrebbe non esser tale da giustificare l'attenzione riservatagli. A meno di non avere da soddisfare la curiosita' di ritrovare il Tobey Maguire di Spiderman e Il grande Gatsby nel suo scontro piu' teso con il Ray Donovan televisivo, Liev Schreiber.

Rispetto a quello, probabilmente indispensabile per chi volesse una cronaca piu' puntuale delle radici e dell'evoluzione del 'Caso Fischer' o solo andare oltre le poche informazioni con cui si chiude questo film, la messa in scena del personaggio da parte di Maguire ed Edward Zwick (e dello stesso sceneggiatore di Madame Mallory e il piccolo chef indiano, Steven Knight) e' tutta concentrata sul crescendo scacchistico e paranoide di uno dei migliori giocatori di scacchi di tutti i tempi.

Seguito dalle origini della passione, a soli 8 anni, fino ai primi successi nazionali da adolescente e alla preparazione de "L'incontro del secolo", il campione di Tobey Maguire e' meno doloroso ed estremo di quello che ci raccontano le cronache, ma non meno tormentato. E' una emozione che pero' resta molto sulla carta, anche se la conoscenza dei dettagli della sua psicosi non puo' lasciare indifferenti. Accenni e singoli episodi gli costruiscono addosso un personaggio che non deve faticare troppo a caratterizzare, semplicemente portandolo sul palco.

A uno sforzo ancora piu' lieve e' costretto il contendente sovietico, interpretato da Schreiber (che paradossalmente ha origini familiari molto simili a quelle raccontate del vero Fischer: madre di Brooklyn cresciuta in una casa di fede comunista e di famiglia ebrea), che appare sullo schermo solo a meta' film e cui son riservate molte poche battute, la maggior parte concentrate in una scena che lo mostra non troppo piu' sano del folle avversario.

A tenere legate le varie parti della storia, per buona parte della stessa, il patriottico e paziente avvocato interpretato da Michael Stuhlbarg, vero e proprio 'Virgilio' di questa discesa agli inferi che regala anche qualche momento di lieve sarcasmo (sull'eccitazione islandese per lo scontro, ad esempio)e smussa molti angoli (sull'antisemitismo e l'anarchismo di Fischer, non poco importanti in un momento di Guerra Fredda come quello). Per il resto, la lunga attesa si risolve prevedibilmente nell'arrivo alle prime partite di quella ormai famosa sequenza - su tutte la seconda (nella quale Fischer non si presento') e la sesta (per molti il Miglior Match di Scacchi mai disputato).

Forse troppo velocemente, ma l'equilibrio della narrazione tutta non e' una delle armi migliori di Pawn Sacrifice, che comunque resta uno dei film del genere piu' godibili e interessanti, nonostante i suoi limiti. E la dichiarata (da Fischer) ricerca della Verita' che dovrebbe essere nel gioco stesso degli scacchi e che nel film sembra essere un po' troppo piegata ad altri scopi.


Pawn Sacrifice, ancora senza data di uscita ufficiale in Italia, è distribuito da Eagle Pictures

Per saperne di piu'
Fincher, la prima scelta