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Noi 4 – La nostra recensione

Il regista di "Scialla!" cerca di essere memorabile trattando elementi già visti all'interno della commedia italiana. Scommessa vinta.

18.03.2014 - Autore: Pierpaolo Festa
Sono almeno due le sequenze memorabili del nuovo film di Francesco Bruni. In un panorama cinematografico italiano saturo di commedie, è cosa molto comune uscire dalla sala e cancellare quasi istantaneamente i dati di memoria riguardanti l'ennesima storia identica appena vista sul grande schermo. Ecco perché è importante sottolineare la parola “memorabile” quando si parla di Noi 4.  

Perché l'opera seconda di Bruni (già regista di Scialla!), pur presentando lo stesso cocktail di elementi tipici della commedia italiana contemporanea, riesce a mantenersi di gran lunga sopra la media dei suddetti film. Anche qui si riflette sulla crisi della famiglia in Italia, ripercorrendo cliché e tematiche tanto care al nostro cinema: genitori separati, figli ribelli e problematici, crisi di mezza età incombenti e lo "spauracchio" del lieto fine dietro l'angolo.  


Ksenia Rappoport, moglie separata e mamma di due figli in Noi 4

Sulla carta sembra uno di quei film che Gabriele Muccino ha diretto all'inizio del nuovo millennio. Dove però il regista de L'ultimo bacio preferiva raccontare ansie e angosce con tono e ritmo oltremodo frenetici, Bruni riesce a far respirare il suo film anche quando mostra personaggi che esplodono a livello emotivo. La sua macchina da presa non cerca movimenti complicati, preferendo soffermarsi sui volti dei personaggi, individuandone frustrazione e rabbia e alla fine rivelandone il sorriso. È così che si assiste a una scena molto interessante che vede una lite tra Ksenia Rappoport e Lucrezia Guidone, madre e figlia sullo schermo: più le due litigano, più riescono a mettere da parte ogni tensione, ritrovandosi. Forse la scena migliore del film. Non è l'unica, perché usciti dalla sala ci si ricorda anche del dialogo tra la protagonista e il suo chirurgo estetico che finisce per diventare una brillante seduta psichiatrica.

La famiglia spaccata di Bruni va a poco a poco a riconciliarsi in un finale sicuramente troppo lungo, poco importa, perché arrivati a quel momento lo spettatore rimane al fianco del regista e dei protagonisti, ormai emotivamente attaccato a loro. Merito di un cast in parte nel quale troviamo Fabrizio Gifuni nel ruolo di padre perdigiorno, una specie di Drugo Lebowsky con meno ritegno. Un personaggio imbarazzante che l'attore abbraccia in pieno, offrendo forse la performance più sorprendente della sua carriera.


Foto di famiglia in Noi 4

Nella ricerca della verità Bruni prova a distinguersi anche nelle premesse e racconta la famiglia italiana odierna, quella composta da un genitore emigrato (la "mater familias" russa della Rappoport), collocandola in una Roma finalmente caotica: una metropoli in cui diverse razze si incontrano, Città Eterna finalmente non da cartolina e lontana da atmosfere di grandi bellezze. Eppure anche essa memorabile.

Noi 4, in uscita il 20 marzo, è distribuito dalla 01 Distribution.

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