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Left Behind - la nostra recensione

L'attore è il vero Miracle Maker di un film che mostra un rapporto ambiguo con la spiritualità

28.07.2015 - Autore: Mattia Pasquini (Nexta)
Molto spesso si tende a usare in maniera impropria la definizione di "film più brutto mai visto", spesso trascinati dall'onda emotiva e dalla delusione seguita a una visione particolarmente fastidiosa o sfortunata. Poche volte, però, gli imputati in questione possono davvero ambire a un titolo tanto altisonante. E di questo Left Behind si può sicuramente dire che si sia impegnato davvero molto per meritarselo, pur senza riuscirci…

Eppure il precedente adattamento del romanzo "Gli Esclusi" di Tim LaHaye e Jerry B. Jenkins, primo di una serie di sedici libri basati sulle profezie escatologiche bibliche, aveva già fatto un buco nell'acqua. Era il 2000 e Prima dell'apocalisse (Left Behind: The Movie) riuscì persino a scatenare le ire dello stesso LaHaye, che arrivò a denunciare la Namesake Entertainment e la Cloud Ten Pictures. Facile pensare di poter fare di meglio. Sbagliando.



Ci sarebbe invece da chiedersi, purtroppo, perché tentare di affrontare un materiale tanto pacchiano (nuovo avvento, chiamata dei rinati, scomparsa dei fedeli, distruzione di aerei russi in volo su Israele, fertilizzanti miracolosi, Tribulation Force) per farne un remake che, per quanto abbia il merito di semplificare molto l'elenco accennato e di tentare di inserirlo in una trama familiare e catastrofica insieme, finisce per produrre un risultato davvero pessimo sotto ogni punto di vista.

E stavolta non è nemmeno colpa (del tutto) del solito povero capro espiatorio Cage, pilota sempre piu' vitellone e sempre meno cult, relegato dai limiti produttivi e tecnici alla cabina di comando dell'aereo in cui tutto si svolge. E' lui a trovare la chiave giusta - miracolosamente, visti gli scarsi indizi a disposizione (ma si sa, non c'è tempo da perdere in un thriller) - per risolvere il mistero di questa strana apocalisse.



Per il resto, una rapida carrellata di personaggi, o meglio, macchiette, ci presentano un nano arrabbiato, un musulmano discriminato, un ufologo suonato, una mamma isterica, un affarista texano e pochi altri, visto che l'azione si svolge su tre set a dire tanto. Tutti forzati e mal diretti, mal "fotografati" e latori di dialoghi e caratterizzazioni pessime. Una volta si sarebbe chiamato "televisivo", ma con i prodotti che circolano sul piccolo schermo, ormai, non si può che limitarsi a un chiarificatore "cheap".

Un'opera da due soldi (anche se i 16 milioni di budget avrebbero potuto giustificare qualcosa di più) dalle poche idee e il troppo pathos, forzato e inverosimile. Un film religioso, di certo ecumenico nello scontentare cristiani e non, che si chiude con la minaccia di una possibile saga a tema ispirata ai libri originari. Da brividi, quella sì. Se solo non fossimo sicuri che la risposta migliore arriverà dal pubblico.

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